In Italia non esiste ancora una legge specifica sul testamento biologico e sui trattamenti di fine vita. Nel paese sono poco più di 150 i comuni che hanno deciso di istituire un registro per il testamento biologico,per lo più concentrati in Emilia, Friuli e Toscana come riporta il sito associazionelucacoscioni.it. I municipi che hanno creato il registro non rappresentano neppure il 2% degli oltre 8mila Comuni italiani, ma ospitano circa un quinto della popolazione complessiva. Ci sono Milano, Torino, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Cagliari, Napoli e Palermo.
Nelle valli valdesi, soltanto Pinerolo, Torre Pellice e Pomaretto hanno istituito il registro che raccoglie le disposizioni di fine vita dei cittadini. A Pinerolo esiste dal 2013, e in questi anni 2 persone hanno deciso di registrare le proprie volontà. A Torre Pellice il registro c’è dal 2010 e in questo caso i testamenti sono 21. Pomaretto, in val Germanasca l’ha istituito dal 2011 e contiene, fin'ora, un solo testamento biologico.
«Sono dati molto bassi e che fanno riflettere – commenta Ilenya Goss, pastora neo consacrata al Sinodo 2017 e membro della commissione bioetica della Tavola valdese – Già dal 2009 alcune chiese valdesi hanno aperto degli sportelli per la raccolta delle dichiarazioni anticipate di trattamento e solo successivamente nei comuni si è presa un’iniziativa simile».
E se nei comuni la realtà è questa, l’associazionismo si è mobilitato ad esempio a Pinerolo dove grazie al Gruppo valore laicità, è attivo dal 2011 un registro depositato nella Chiesa Valdese di via dei mille che ha già raccolto 200 testamenti.
«L’iniziativa non è della chiesa valdese di Pinerolo – tiene a precisare il pastore valdese di Pinerolo Gianni Genre – ma del Gruppo valore laicità, composto da credenti, non credenti, cattolici, valdesi. In questi anni abbiamo raccolto circa 200 testamenti che comprendono 120 testamenti di pinerolesi, e un’ottantina di testamenti provenienti da persone residenti nei comuni del pinerolese. Perché così tante persone si sono rivolte a noi? Perché evidentemente ci sono ancora molte difficoltà a depositarli nei comuni. Noi speriamo di diventare superflui presto se i comuni faranno quello che si erano proposti di fare».
Giuseppe Ficara, pastore di Luserna San Giovanni specifica che nella chiesa di Luserna non si è istituito il registro perché si sono sempre affidati a quello presente nella chiesa di Pinerolo. Marcello Salvaggio, pastore a Torre Pellice dichiara che non è stato necessario vista la presenza di quello del comune.
E se l’associazionismo e le chiese evangeliche sopperiscono alle mancanze legislative, ora si attende che anche lo Stato faccia la sua parte.
«Nonostante l’opera di sensibilizzazione – aggiunge Goss – che da anni si sta facendo su questo argomento c’è una certa inerzia nel recepire questo tipo di esigenza. Ed è la medesima inerzia che vediamo su scala nazionale nelle difficoltà che sta incontrando il disegno di legge sulle dichiarazioni anticipate, problemi che sta incontrando in Senato. Approvato a fine aprile alla Camera adesso è fermo e speriamo che possa passare anche in Senato verso autunno e prima della fine della legislatura».
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