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Ancora una volta tappa a Chanforan

Culto speciale domenica mattina nei prati in cui nel 1532 il movimento valdese scelse di aderire alla neonata Riforma protestante

La storia della Chiesa valdese ha fatto tappa ancora una volta in val d’Angrogna, sui prati di Chanforan, 485 anni dopo quel settembre del 1532 in cui la comunità raccolta discusse, ascoltò, ragionò, e infine decise di aderire al neonato movimento riformato, che si stava espandendo in tutta Europa.

Una tappa Chanforan, non un punto di partenza, perché il valdismo da tre secoli aveva già una propria storia, una propria fede. E non certo un punto di arrivo, perché l’occasione del culto di stamane, domenica 20 agosto, è dettata dai festeggiamenti legati ai 500 anni dall’avvio della Riforma protestante, e lo spirito di continuo rinnovamento, fra i cardini del pensiero di Lutero, è il miglior antidoto al rischio dell’apatia.

«La scelta valdese di sposare le idee del riformismo non fu indolore - ha ricordato nella sua predicazione il pastore Giuseppe Platone -, ma come sempre nella nostra storia fu una decisione assembleare, preceduta da lunghi viaggi in Europa dei Barba, i predicatori di allora, per conoscerne i principi e valutare come intersecarli con il già presente valdismo». In quel lontano 1532 la comunità valdese scelse anche di finanziare la prima traduzione integrale della Bibbia in lingua volgare, che da queste parti era il francese, «perché la parola di Dio doveva essere pubblica, comprensibile a tutti» ha proseguito il pastore Platone. La pubblicazione avvenne nel 1535, appena un anno dopo la prima traduzione in tedesco edita da Martin Lutero.

Ma già Valdo ne aveva fatto tradurre brani per lo stesso fine, perché non rimanessero quelle pagine solo fonte di mistero e paura.

 «Voi pastore e pastori che fra poche ora verrete consacrati - ha concluso Platone rivolgendosi ai 5 neo pastori che nel pomeriggio della stessa domenica inizieranno ufficialmente la loro nuova esperienza - siete figli di quel tempo, di quelle scelte. Come lo siamo tutti noi. Siamo una comunità in ascolto, ricordiamolo sempre. Serviamo la chiesa, non serviamoci della chiesa».

A fare gli onori di casa davanti al fitto pubblico seduto sui prati di Chanforan è stato il pastore di Angrogna Marco Di Pasquale, che ha ringraziato tutti i soggetti e l’intera comunità che hanno reso possibile lo svolgimento della giornata, e che ha introdotto i 5 neo pastori, ognuno dei quali, Noemi Falla, Ilenya Goss, Stefano Giannatempo, Francesco Marfè e Stanislao Calati, ha curato parte della liturgia.

La colletta è stata dedicata al finanziamento dei lavori, da parte della Società biblica, della nuova traduzione della Bibbia, che sarà pronta nel 2023: «Anche questa volta come nel 1532 i valdesi si pagano una nuova traduzione della Bibbia - ha ricordato il moderatore della Tavola valdese Eugenio Bernardini-. Allora il merito fu di Pierre Olivetano, oggi lo è di numerosi esegeti e studiosi. Fu per il mondo valdese, e non solo, una svolta. Tanto da esser diventata quella Bibbia un tratto distintivo della nostra storia. Per questo quando papa Francesco è venuto in visita al tempio di Torino abbiamo voluto omaggiarlo di una copia, che Bergoglio ha dimostato di apprezzare molto e che oggi fa bella mostra di se negli uffici del pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani».

Un culto, un bel momento comunitario, a 15 anni dal 2032, quando si celebreranno i 500 anni dai giorni di Chanforan. Un’altra tappa.

 

 

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