Rifugiati. Domenica 18 giugno una giornata di preghiera europea
15 giugno 2017
Gli organismi ecumenici europei invitano a pregare domenica 18 giugno in memoria di chi, cercando rifugio e sicurezza, ha perso la vita in mare, nei TIR, o alle frontiere di filo spinato
In occasione della Giornata mondiale del Rifugiato del 20 giugno la Conferenza delle chiese europee (Kek) e la Commissione delle chiese per i migranti in Europa (Ccme) con un comunicato congiunto hanno invitato tutte le chiese del continente a dedicare il prossimo 18 giugno una domenica di preghiera a chi ha perso la vita migrando in cerca di sicurezza. A proposito Heikki Huttunen, segretario generale Kek, ha affermato che «relativamente a queste tribolazioni senza fine non possiamo nasconderci dal fatto che l’Europa ha le sue colpe. Come chiese e come cristiani la nostra chiamata divina è quella di essere testimoni e servitori della risurrezione e di nuova vita nella giustizia e nella pace per tutti, a prescindere dall’etnia, nazionalità o religione». Particolare preoccupazione è stata espressa da Doris Peschke, segretaria generale del Ccme, per quanto riguarda la situazione nel Mediterraneo: «Sono già 1808 i morti o dispersi nel mare. Fare memoria di queste persone ci pone di fronte alla sfida di dare risposte umanitarie, di sostenere operazioni di salvataggio e di assicurare vie legali e sicure a chi fugge». Il Ccme, rinnovando il proprio impegno a favore della promozione di “passaggi sicuri” verso l’Europa (Safe Passage è la denominazione di un progetto ad hoc), sottolinea come le chiese in tutta Europa si stiano dando da fare, anche ai confini europei, in uno spirito di intensa solidarietà e umanità.
Da oltre due anni, la Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei) ha dato concreta attuazione alla politica dei “passaggi sicuri” invocata dal Ccme, lanciando e realizzando, insieme alla Comunità di Sant’Egidio, il progetto dei “corridoi umanitari”, grazie al quale sono già arrivati in Italia, legalmente e in sicurezza, circa 800 profughi. «E’ una proposta concreta e sostenibile che le chiese protestanti italiane propongono ai paesi dell’area Schengen – nota Paolo Naso, coordinatore del programma rifugiati e migranti “Mediterranean Hope” della Fcei -. I corridoi umanitari, oltre che in Italia, stanno trovando applicazione in Francia, e sono allo studio di vari partner ecumenici europei. La speranza è che il Ccme individui strumenti e strategie concreti per offrire sostegno alle iniziative che varie chiese europee hanno già adottato per tutelare i profughi e i richiedenti asilo che cercano rifugio in Europa. Come Federazione di chiese che opera a Lampedusa dal 2014 – conclude Naso – siamo già impegnati nell’organizzazione di una conferenza internazionale che si svolgerà intorno al 3 ottobre, anniversario della morte di 368 migranti a poche miglia dalle coste dell’isola».