L’ex segretario di Rifondazione Comunista, Paolo Ferrero, si candida a sindaco di un paese di quasi 900 abitanti. Di per sé questa è già una notizia, ma è lui stesso ad affermare che «non corro per vincere, ma per sollevare il problema delle amministrazioni nei comuni di montagna, con sempre maggiori problemi di risorse».
Ad Angrogna, alle elezioni di domenica 11 giugno si presenteranno due liste: quella del sindaco uscente Mario Malan e quella dello sfidante Paolo Ferrero. Nelle interviste che abbiamo fatto a entrambi nella trasmissione Tutto Qui, su Radio Beckwith evangelica, abbiamo affrontato le questioni principali di Angrogna e dei comuni di montagna.
Le due liste sono composte principalmente da residenti nel comune e questo è un buon segno per la buona riuscita dell’amministrazione di un territorio. Mario Malan si candida con Eleonora Barotto, Marco Benech, Sandro Benedetto, Andrea Bertin, Cinzia Giordano, Mariarosa Guglielmot, Roberto Rivoiro e Enrico Sandri. Paolo Ferrero con Ercole Monnet, Gino Blanc, Fernanda Bertot, Eva Biginelli, Sofia Bouchard, Lucilla Rochat, Antonino Malavenda, Matthew Noffke e Sergio Velluto. Sono due liste non concorrenti e non antagoniste, ci hanno assicurato i candidati sindaci. Sono state create soprattutto per poter lavorare insieme, per fare le scelte migliori per tutti i residenti montani di Ëngreùnha,come si chiama in patois.
Mario Malan esce da dieci anni di amministrazione. «Considerando i fondi a disposizione, il bilancio è positivo. Abbiamo investito oltre 800.000 euro per la manutenzione del territorio: 200.000 di questi sono riferiti alle alluvioni del 2008 e del 2010, mentre quasi 600.000 sono i fondi per i Piani di Manutenzione Ordinaria. In più, abbiamo investito circa 225.000 per le asfaltature e oltre 40.000 per gli edifici scolastici. Per un comune che ha un bilancio di 900.000 euro all’anno credo siano investimenti interessanti». Cosa manca ancora e che cosa vuol fare nei prossimi cinque anni? «Manca ancora il progetto di ampliamento e l’adeguamento sismico della scuola, l’adeguamento termico dell’edificio comunale e continua a servire una frequente manutenzione del territorio dal punto di vista idrogeologico».
Paolo Ferrero, valdese, ex operaio metalmeccanico e con una vita spesa in politica e in Rifondazione Comunista, ha radici nel territorio, essendo nato a Perrero, ma con la sua candidatura ha stupito molti. Perché passare dalla segreteria di un importante partito nazionale all’amministrazione di un piccolo comune montano? «Ho voluto sfruttare il mio nome e la mia notorietà per metterla al servizio di persone che me l’hanno chiesto e per alzare l’attenzione sui problemi dei comuni di montagna. Sono sempre meno le risorse che arrivano dallo Stato, e così facendo si inducono le persone ad abbandonare la montagna e a spopolare le “Terre alte”». Ferrero non parla solo delle Alpi, ma anche degli Appennini, vista la lentezza di intervento successiva ai recenti eventi sismici. «Io voglio invertire questo trend. Mi piacerebbe fare il ministro degli Esteri di Angrogna o delle valli valdesi, per portare in Regione o a livello nazionale le istanze dei piccoli comuni di montagna che hanno molte difficoltà in più degli altri, in primis la manutenzione sotto l’aspetto idrogeologico», spiega Ferrero.
Nell’ultima alluvione, nel novembre del 2016, Angrogna ha subito 7 milioni di euro di danni dovute soprattutto a frane, da contenere e sistemare, che incidono su strade e abitazioni, ma la Regione Piemonte ha stanziato soltanto 250.000 euro. Inoltre, Angrogna ha 40 km di strade comunali per soli 900 abitanti. Questi saranno i temi principali per i prossimi cinque anni di amministrazione, sia che l’11 giugno rivinca Malan, o che a diventare sindaco sia lo sfidante Ferrero.