L’Ascensione del Signore
25 maggio 2017
Un giorno una parola – commento a Giovanni 12, 32
Quelli che sono lontani verranno e lavoreranno alla costruzione del tempio del Signore
Zaccaria 6, 15
Quando sarò innalzato dalla terra, attirerò tutti a me
Giovanni 12, 32
L’espressione «innalzato dalla terra» contiene due significati. In essa è riassunta sia la crocifissione di Gesù sia la sua glorificazione che si ricorda oggi (o si ricorderà domenica prossima) celebrando la festa liturgica dell’Ascensione del Signore. Anche questa festa ha un duplice significato: l’assenza fisica di Gesù che sparisce dagli occhi dei discepoli e la sua presenza invisibile ma potente che in futuro si manifesterà di nuovo in modo visibile (cfr. Atti degli Apostoli 1, 11).
La croce e la glorificazione di Gesù, la sua assenza e la sua presenza sono coordinate dialettiche della nostra fede. Una fede che non è mai statica ma dinamica e come tale chiamata a confrontarsi con le contraddizioni della nostra esistenza e del mondo intorno a noi.
Nella prospettiva teologica di Martin Lutero esiste però un’altra coppia di opposti dialettici. Il riformatore tedesco usa due espressioni: la certezza della fede (certitudo fidei) e la sicurezza terrena (securitas). La certezza e la sicurezza sembrano idee molto vicine, ma nella comprensione di Lutero esse sono quasi in opposizione. Infatti, la certezza della fede esprime l’idea che tutto ciò che riceviamo e viviamo viene da Dio e dalla sua assoluta libertà. La sicurezza invece riguarda tutto ciò che possiamo fare noi per mantenere la vita e costruire la nostra storia. Tale sicurezza però sarà sempre effimera ed esposta a eventi inattesi e a rischi inevitabili. La certezza della fede precede tutto e conferisce all’esistenza la sua prospettiva e la sua speranza. Tuttavia questa certezza non dipende da noi ma da Dio soltanto. Ed è proprio questa dimensione della certezza della fede in cui il Cristo crocifisso, risorto e glorificato attira tutti a sé.