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Resurrezione è una storia che viene da lontano

Rubrica «Finestra aperta», a cura della pastora C. Arcidiacono, andata in onda domenica 16 aprile durante il «Culto evangelico», trasmissione di Radiouno a cura della Fcei

 

Nel 1993, due giorni dopo aver assistito al massacro della propria famiglia di etnia Tutsi da parte degli Hutu, Marguerite Baranquitse, una giovane donna del Burundi, impedì la vendetta proteggendo una famiglia Hutu.

Per opporsi alla guerra, Marguerite decise di diventare insegnante e di adottare molti dei suoi alunni, rimasti orfani a causa del genocidio. Fondò nella sua città natale Maison Shalom, la «casa della pace», una scuola e casa di accoglienza, che, dal 1993 a oggi, ha sostenuto e istruito più di 50.000 bambini, molti dei quali sono diventati suoi colleghi, insegnanti, medici e collaborano con lei.

Oggi su Marguerite Baranquitze pende un mandato d’arresto internazionale, ed è considerata la nemica numero 1 del suo Paese, nuovamente ostaggio della violenza. La sua battaglia per i diritti civili, la democrazia e la libertà fa paura, perché si occupa di bambine e bambini, di educazione, di pace. Il presidente Nkurunziza, eletto nel 2005, nel 2015, dopo i due mandati previsti dalla Costituzione, ha violato gli accordi e non ha permesso nuove elezioni, riaprendo una ferita non ancora rimarginata. Aveva già raccolto una milizia che si è attivata e che ha già minacciato, torturato, ucciso, soprattutto giovani.

Marguerite è fuggita in Ruanda, e ha continuato la sua azione di attivista per i diritti umani. Ha aperto l’Oasi della pace per dare una speranza a chi è scappato dal suo Paese, continuando il suo lavoro di istruzione. Qui ha dato un nome ad ogni albero del centro: l’albero delle lamentazioni, dell’amicizia, della contemplazione, l’albero della riconciliazione. La testimonianza di Marguerite parla di una pace che si può costruire solo con l’educazione alla convivenza, al riconoscimento delle diversità, con la riconciliazione della memoria. Una pace che non tace di fronte all’oppressore, di fronte allo scherno o alle minacce. «Sono cristiana e mia madre mi ha insegnato ad amare». Dice in una recente intervista.  Resurrezione è una storia ai margini, che diventa centrale quando cambia le vite.

Ho raccontato questa storia a mia figlia: prima di cercare parole per spiegare la guerra, le armi chimiche, i missili, vorrei insieme a lei imparare a fare la pace, partire da un’educazione che vede la speranza anche nella croce, che aiuta a studiare anche in Burundi, anche durante la guerra.

Buona Pasqua. 

Foto: By Armineaghayan - CC BY-SA 4.0, Link