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Corridoi umanitari, altri arrivi a Fiumicino

Come lunedì, anche questa mattina l'aeroporto di Fiumicino si è colorato di nuove speranze. Sono quasi 700 le persone messe in sicurezza dai corridoi umanitari promossi da Fcei, Chiesa valdese e Sant'Egidio

Nuovi volti, nuove valige, stessa speranza. Questa mattina il Terminal 3 dell’aeroporto di Fiumicino ha dato il benvenuto in Italia ad altri 70 cittadini siriani provenienti dai campi profughi Libano.

Con gli arrivi di oggi e lunedì scorso sale a quasi 700 il numero di persone messe in sicurezza dai corridoi umanitari promossi dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), dalla Chiesa valdese e dalla Comunità di Sant’Egidio. Un progetto pilota nato nell’ecumenismo italiano, che stando all’accordo siglato con i ministeri degli Esteri e dell’Interno si propone di riparare nel nostro paese 1000 persone in condizione di fragilità, garantendo un visto umanitario e un viaggio sicuro a chi altrimenti sfiderebbe il mare affidandosi ai trafficanti di esseri umani. I due voli Beirut-Roma garantiti in questi giorni da Alitalia costituiscono il settimo ponte aereo dall’inizio del progetto, apertosi nel febbraio dell’anno scorso con l’arrivo della piccola Falak e della sua famiglia.

Come ogni volta, anche quest’oggi i corridoi umanitari non finiscono a Fiumicino. Perché a esclusivo carico degli enti promotori è anche l’accoglienza e l’integrazione dei nuovi arrivati. Se 18 delle 50 persone atterrate lunedì hanno trovato sistemazione in Calabria, sotto la responsabilità della FCEI, buona parte dei siriani atterrati oggi troverà accoglienza nelle strutture predisposte dalla Diaconia valdese su tutto il territorio nazionale; infine un nucleo famigliare prenderà la strada di Napoli, ospite della chiesa valdese e metodista del Vomero.

Un progetto solidale, fattibile e replicabile, che sull’esempio italiano è al vaglio anche in altri paesi europei.

 

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