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Le parole della scienza e quelle della fede

Un libro singolare che mette a confronto fisica e teologia

Osserva Giovanni Filoramo in Ipotesi Dio (il Mulino 2016) che uno degli aspetti del recente «ritorno di Dio» è l’abbondanza di interventi con ambizioni teologiche o a-teologiche che provengono dall’ambiente della ricerca scientifica. In epoca moderna, questi scritti ci sono sempre stati. Questo dipende dal fatto che ogni scienza è dotata di una sua filosofia implicita, e dal fatto che chi si occupa di scienza ha dimestichezza con la scrittura e con la riflessione sulle questioni di fondo. In questo libro (Emanuele Ciancio, L’ultima eresia. Scienza e religione nel dibattito contemporaneo. Roma, Studium, 2016, pp. 160, euro 12,00) Emanuele Ciancio si occupa della fisica contemporanea (cioè meccanica statistica, relatività, meccanica quantistica) e dei suoi rapporti con la teologia cristiana. L’autore è un giovane ricercatore con studi dottorali di fisica e esperienza di ricerca. Ha poi orientato i suoi interessi verso ricerche interdisciplinari che riguardano la fisica, la filosofia e la teologia cristiana, anche con il supporto della fondazione statunitense John Templeton.

In questo libro ci propone e sviluppa nel dettaglio minuzioso quella che chiama la sua «ipotesi provocatoria». Dice infatti: «la scienza moderna nasce in un ambito culturale cristiano perché di questo condivide alcuni presupposti fondamentali, sotto forma di comuni categorie di pensiero». Secondo l’efficace formula del titolo, la scienza moderna è un’eresia cristiana, destinata a un confronto vivace ma costruttivo con la dottrina canonica.

Quello che è veramente interessante è che Ciancio non si arresta a queste formulazioni a effetto, ma analizza l’argomento molto in dettaglio e in modo molto articolato. Lo stile dell’esposizione non è né storico-filosofico né teologico, ma analitico. L’autore elenca e passa in rassegna una per una le analogie concettuali che ha individuato. Alcuni dei temi sono abbastanza noti, altri originali, alcuni sorprendenti. Le analogie concettuali tra fisica e teologia cristiana sono classificate in 12 categorie: Rivelazione, Negazione, Trascendenza, Esperienza, Rivoluzione, Paradosso, Interpretazione, Peccato, Fede, Secolarizzazione, Legge, Relazione. Un esempio solo: nella nozione teologica di Rivelazione, Ciancio vede sia il l’affermazione negativa della inconoscibilità ultima di Dio sia l’affermazione positiva della conoscibilità del creato. La Rivelazione procede sia attraverso la critica degli idoli sia attraverso la falsificazione di quelle teorie scientifiche che si rivelano obsolete.

Dall’analisi precedente Ciancio ricava 10 sfide che raccoglie in temi specifici destinati a provocare sia teologi sia scienziati. Sono: Tecnologia, Atemporalità. Indeterminazione, Olografia/Informazione. Multiverso. Discontinuità. Caso. Ergodicità. Irreversibilità. Complessità/Emergenza. Anche qui, un solo esempio. Un tema di ricerca di grande interesse per la fisica contemporanea è la nozione di tempo. Sono in competizione due visioni del tempo, una dinamica, che prevede la realtà dell’evoluzione temporale, e una statica, che intende il tempo come un fenomeno apparente solo all’osservatore. Ciancio prende atto di questa dualità di visione e la accosta al tempo teologico, che può essere chronos, tempo umano, o kairos, tempo di Dio.

Concludono il libro alcune specifiche proposte di ricerca, dirette sia alla teologia sia alla scienza. Questo contributo si distingue da molti testi di meditazione provenienti dall’ambiente culturale tecnico-scientifico, spesso genericamente apologetici, per l’uso sistematico e appropriato dei termini del linguaggio scientifico e per quella particolare sensibilità al dettaglio a all’analogia che si sviluppa in chi dedica la propria vita alla ricerca e all’insegnamento delle scienze. È un saggio breve, pieno di informazioni utili a orientarsi in un dibattito difficile, ma appassionante.

Il tema dell’interculturalità compare spesso in Riforma. Si prende atto che le varie lingue e culture oggi in interazione costituiscono una ricchezza, quasi una nuova Pentecoste. Il linguaggio scientifico e tecnico è quello parlato ogni giorno da un gruppo di persone che sono coscienti di appartenere a una comunità con caratteristiche non nazionali ma globali. Che questa comunità si ponga il problema di dire il Vangelo nella propria lingua, che è quella della scienza, è un fatto estremamente positivo.

Immagine: via Flickr

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