Amministratori a scuola di intercultura
26 gennaio 2017
L’iniziativa dell’Anci Emilia Romagna coinvolge anche la pastora delle chiese valdesi di Rimini e diaspora Romagna-Marche, Giuseppina Bagnato
«Per una comunità interculturale» è il titolo del corso sperimentale di aggiornamento per operatori e amministratori pubblici della Regione Emilia Romagna, organizzato dall’Anci e finanziato dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
Il percorso, iniziato a ottobre e destinato a concludersi a marzo, prevede tre giornate di incontro e due fasi di lavoro online e coinvolge circa settanta persone di varie aree di competenza, divise in quattro gruppi: donna/famiglia, partecipazione/rappresentanza, religione/cultura, lingua/integrazione scolastica.
L’ obiettivo è fornire nuovi strumenti di lettura della realtà sociale, al fine di capirne le dinamiche in termini di collaborazione e integrazione e di accogliere la sfida (come si legge nel percorso formativo) «di accompagnare i servizi di welfare nella definizione di risposte culturalmente competenti ed efficaci a fronte di bisogni e/o fenomeni di complessità inedita espressi dalle persone straniere e, dall’altro, ribadire e rafforzare un autentico approccio “dal basso” nel quale gli Enti locali esercitino funzioni di governo per la programmazione e la realizzazione degli interventi, attivando il coinvolgimento di una vasta gamma di attori, istituzionali e non, puntando comunque sempre sul protagonismo attivo degli stessi migranti».
Un approccio virtuoso, che può contate sul lavoro compiuto dalle Università dell’Emilia Romagna nell’ambito della ricerca sociologica, e che si accompagna all’analisi delle «buone prassi» compiuta da Anci Emilia-Romagna e Regione nel 2015, con il censimento di 39 esempi provenienti da 36 enti diversi. Durante il percorso i partecipanti avranno modo di confrontarsi sia su questi esempi positivi sia su criticità relative alle varie aree di interesse.
L’incontro che si terrà sabato 28 gennaio alla Casa delle culture di Ravenna sarà la seconda giornata “in presenza”. Il Centro è il luogo ideale per confrontarsi con testimoni significativi sul tema del dialogo interreligioso, attraverso le loro testimonianze.
Oggetto della giornata sarà infatti la terza area tematica, con l’intervento di una quindicina di partecipanti che saranno coinvolti in una sorta di intervista collettiva con un approccio metodologico interattivo, allo scopo di creare un’esperienza positiva di dialogo e confronto. Nel pomeriggio i «formandi» (ma ovviamente la presenza e la partecipazione dei «testimoni» è molto gradita) proseguiranno con le attività dedicate alla definizione di buone prassi interculturali, obiettivo di questo momento di formazione.
I testimoni scelti per la giornata provengono dal mondo cattolico, valdese, islamico e buddista, cui si aggiungeranno, scrivono gli organizzatori, «un insegnante di storia e filosofia non credente e un insegnante dell’Accademia d’arte Drammatica “Nico Pepe” portatore della propria esperienza di sincretismo religioso».
Per il mondo valdese è stata coinvolta Giuseppina Bagnato, pastora della chiesa valdese di Rimini e delle chiese della diaspora Romagna-Marche, mentre per il mondo islamico saranno presenti, oltre al presidente del Centro islamico di Ravenna, la teologa islamica Marisa Iannucci, studiosa di questioni di genere nel mondo islamico.
Occupandosi entrambe di figure femminili nel mondo religioso, hanno già collaborato – tra l’altro –nella XV giornata del dialogo cristiano-islamico dello scorso ottobre, intervenendo su due figure chiave. Bagnato portava l’esempio della quacchera e attivista americana Sara Moore Grimkè, Iannucci quello di Aisha Abdurrahman, studiosa egiziana di inizio Novecento che fu tra i primi a ipotizzare una lettura contestualizzata del Corano. La loro analisi, che verrà proposta anche nella giornata di sabato, affrontava vari temi, tra cui l’influenza dei fattori socio-culturali (piuttosto che religiosi) sulla condizione di subordinazione delle donne, e la progressiva cancellazione della memoria femminile dovuta all’arretramento socio-culturale legato ai movimenti nazionalistici.
Insomma: si parlerà di religione e cultura, ma toccando anche gli altri temi di questo percorso di formazione.