Joanna Penberthy, prima donna nominata vescova nella Chiesa in Galles, che fa parte della Comunione anglicana, è stata ufficialmente consacrata lo scorso weekend. L’annuncio della sua nomina risale ad alcuni mesi fa, quando il collegio elettorale rappresentativo delle sei diocesi in cui è diviso il paese la designò ufficialmente, a tre anni di distanza dalla mozione che aveva aperto le porte al vescovato femminile.
«All’inizio del mio ministero non avrei immaginato di vedere le donne coinvolte nelle scelte dell’episcopato. Ma non bisogna mai smettere di credere, vivendo la chiamata che abbiamo ricevuto e insegnando così che Dio non si limita a chiamare gli uomini, ma chiama tutti noi al suo ministero, ognuno secondo proprie doti o talenti».
Barry Morgan, arcivescovo del Galles, ha reso omaggio «al viaggio lungo e difficile verso un clero anche femminile che si è concluso con l’ordinazione della prima vescova. Le donne hanno avuto la forza di non arrendersi, di perseverare con tenacia e di fidarsi e confidare in una svolta, che oggi è finalmente arrivata». Oltre 500 persone hanno assistito all’ordinazione nella cattedrale di Llandaff che si è svolta in doppia lingua, inglese e gallese.
Un lungo applauso si è alzato all’interno e all’esterno dell’edificio al momento della consacrazione.
Nelle prossime settimane Joanna Penberthy si insedierà dunque nella diocesi di St. Davids in Pembrokeshire, diventandone il 129simo vescovo, il primo di sesso femminile.
E’ stato questo anche uno degli ultimi atti ufficiali dell’arcivescovo Morgan che ha fine mese terminerà il proprio ufficio e che ha speso buona parte della sua esistenza per creare le condizioni per giungere all’ordinazione vescovile per entrambi i sessi. Battaglia vinta, il modo migliore per concludere un ministero.
L’ordinazione delle donne è argomento oggetto di dibattiti e contrasti in seno alla grande Comunione anglicana, 80 milioni di fedeli sparsi in tutto il mondo. Nel 1989 la Chiesa espiscopale, cioè la divisione statunitense della Comunione, è stata la prima a nominare vescovi donna. Un orientamento seguito da altre nazioni, come l'Australia, la Nuova Zelanda, il Canada, Scozia e Irlanda, e dallo scorso anno anche l’Inghilterra.Altrove, specie in Africa e Asia, le posizioni sono assai differenti e rischiano di minare parte dell’unione faticosamente costruita nei decenni.