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«Inviati per caso, viaggio nell’Italia delle religioni» di Lia Tagliacozzo e con i disegni di Eleonora Antonioni è una graphic novel che racconta le tradizioni, le usanze e le religioni che si possono incontrare nella penisola italiana.

Una storia, un romanzo che pone l’accento sulle potenzialità del dialogo.

Edito dall’editrice Sinnos, il libro è un percorso tra i volti e le etnie che popolano l’Italia e dove le storie si intrecciano: «Un viaggio tra le tante religioni. Una storia di amicizie e di spazi di dialogo tra ragazze e ragazzi che abitano il nostro paese e che possono, come i protagonisti del libro, parlarsi, raccontarsi e avere desiderio di crescere fianco a fianco. In pace», ricorda a Riforma.it, Lia Tagliacozzo, saggista, autrice e, in passato, giornalista per l’Unione delle comunità ebraiche in Italia (Ucei), ente che ha patrocinato il volume.

«Inviati per caso, viaggio nell’Italia delle religioni» fornisce strumenti di conoscenza reciproca, un «ponte multiculturale, una finestra verso il mondo che, dal mondo, ci fa vedere l’Italia nella sua complessità», prosegue Tagliacozzo.

«Ho sempre notato che, anche quando ci si occupava di intercultura e di dialogo, che la religione veniva “rubricata” in ambiti ecumenici, ma non come terreno di incontro e di confronto tra culture comunemente praticato nella vita quotidiana e soprattutto nella vita di molti ragazzi che oggi amano confrontarsi con le diversità nelle loro scuole, nei campi di calcio, o in attività sportive e artistiche. Il mio è stato un lungo viaggio in Italia alla ricerca di storie, racconti, documenti, incontri. L’idea della grapich novel è venuta alla casa editrice e credo sia stata assolutamente vincente. Un altro tratto vincente di questo libro – prosegue Tagliacozzo – è proprio quella delle dimensione del viaggio che nel romanzo decido di far percorrere a due protagonisti, Luca e Martina. Itinerario che ho realmente percorso. Un viaggio in ascolto che mi ha permesso di ottenere risposte importanti alle molte mie curiosità».

Cosa è emerso da questo suo lungo peregrinare?

«Che la presenza di nuovi italiani e la loro integrazione in Italia è diversa da zona a zona e da contesto a contesto. Dunque è impossibile, direi fuorviante, generalizzare la questione come invece spesso avviene. È necessario poterla affrontare con accuratezza indirizzandola nel singolo contesto culturale e sociale in cui si opera e s’indaga. Alcuni ragazzi hanno confidato – come i Sikh di Novellara ad esempio, dove la loro presenza è forte e dove è stato costruito il più grande Tempio – che in ambito scolastico statale non hanno problemi, ma che appena escono da quel contesto, nella vita in società la situazione è molto diversa, spesso non facile. Vi è un confine sottilissimo che passa tra le tradizioni e le culture conservate nei secoli dai luoghi e tra gli abitanti autoctoni e le persone di origini diverse che decidono di popolarle, situazioni che spesso non sono conciliabili, se non con la pratica e la conoscenza reciproca».

Dunque un misto tra fiction e realtà. Un romanzo che affronta temi attuali e concreti come le migrazioni, l’integrazione e l’accoglienza. Anche ansie e paure?

«Sì, un romanzo, un viaggio, la storia di due protagonisti Luca e Martina, il primo innamorato (ma non corrisposto) di Nela, la quale, ad un certo punto, scompare e Luca decide dunque di cercarla per paura che possa essere stata vittima di un matrimonio combinato facendosi accompagnare dalla sua amica fotografa Martina, in un viaggio che sarà più lungo del previsto proprio alla ricerca della sua innamorata, giungendo come prima tappa a Novellara… un viaggio che però non si fermerà, ovviamente».

Quante religioni incontreranno Luca e Martina?

«Davvero molte, dai Sikh di Novellara arriveranno presso gli induisti di Savona, ai valdesi del Piemonte delle “valli valdesi”, ai musulmani di Firenze e poi le Comunità ebraiche e i buddhisti a Roma; per il mondo cattolico una realtà atipica, la comunità cattolica di rito greco di Piana degli Albanesi di Palermo e poi gli ortodossi di Verona».

Cosa succede nella cosiddette “valli valdesi”, a Torre Pellice e Luserna san Giovanni in provincia di Torino?

«I protagonisti incontrano Dora e Mattia, due coetanei. Con loro ripercorreranno la storia di questa minoranza visitando il Museo del centro culturale valdese e raggiungono le oltre cento “scuolette Beckwith”, molto famose e che il generale inglese, mecenate innamorato di quei territori e dei valdesi, fece costruire nelle valli a metà dell’Ottocento e poi visitano un Tempio per ricostruire la tradizione valdese che passa anche dal cibo all’arte alla vita comunitaria per arrivare alla Resistenza italiana».

L’attualità del libro?

«Sono pochi, direi rari, i saggi che parlano delle religioni presenti in Italia. Oggi è necessario raccontare le religioni come manifestazioni di esperienze di vita. Non si può più parlare di religioni degli altri o religioni estranee».

Immagine: Sinnos

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