Ben Carson, Scott Pruit, oltre al vice presidente Mike Pence, è il ticket che il presidente eletto degli Stati Uniti d’America Donald Trump paga al voto evangelico, una delle componenti decisive, non certo la sola, della vittoria alle recenti elezioni contro la rivale Hillary Clinton.
Le particolari posizioni espresse in passato da quelli che saranno fra i protagonisti di della nuova stagione politica hanno già messo in allarme la comunità scientifica a stelle e strisce.
Pruitt, che al momento è procuratore generale dell’Oklahoma, è un convinto negatore del cambiamento climatico, e men che mai lega questo eventuale fenomeno alle conseguenze dell’indiscriminato inquinamento umano. Con altri suoi colleghi è stato capofila fra i procuratori che hanno citato in giudizio l’Epa, l’agenzia statunitense di protezione ambientale, e l’intera amministrazione Obama, per le iniziative prese nel corso degli anni in materia di tutela del suolo, delle acuq, dell’aria. Pruitt andrà a guidare proprio l’Epa, ed ecco che immediato è scattate l’allarme rosso fra gli studiosi e i tecnici : «Pruitt è stato sempre un accanito critico delle norme che obbligano le aziende a ridurre i costi ambientali delle proprie attività – ha ricordato alla stampa David Levine, a capo del Consiglio per il commercio sostenibile americano-. La sua nomina segna un pericoloso arretramento sulla strada di politiche che hanno stimolato l’innovazione e il progresso nel nostro paese».
Pruitt, diacono della chiesa del suo paese a Broken Arrow, si è laureato al Georgetown college, una prestigiosa scuola evangelica del Kentucky. Accanito oppositore dei matrimoni fra persone dello stesso sesso, convinto antiabortista, ma per quel che riguarda il ruolo che andrà a ricoprire è il suo forte legame con le industrie di carbone e petrolio a preoccupare moltissimi professionisti del settore. Negli Usa le legislazioni di stati quali la Louisiana e il Texas prevedono norme riservate agli insegnanti perché essi presentino il grande tema del cambiamento climatico come una questione controversa, per nulla acclarata. Un tentativo di andare quindi alla radice, di mutare la percezione del problema climatico già dalle nuove generazioni, dai banchi di scuola. Giusto per far intendere gli interessi che questo tema cela dietro il suo pesante sipario. Non a caso Pruitt fu oggetto nel 2014 di un’ampia inchiesta del New York Times sulle relazioni segrete e pericolose fra parte del panorama repubblicano e le grandi industrie estrattive.
Ben Carson, avventista, cresciuto in povertà a Detroit, sarà segretario del Dipartimento della casa e dello sviluppo urbano. Un ruolo importante in cui non dovrebbero contare molto le sue posizioni assai controverse. Divenuto celebre a livello mondiale nel 1987 per essere stato il primo medico al mondo a separare con successo due gemelli siamesi uniti per la testa, tanto da venir in seguito celebrato da ben 61 lauree Honoris Causa, Carson è infatti un creazionista, convinto sostenitore della interpretazione letterale del testo biblico, e convinto che il pianeta Terra abbia visto la luce 6 mila anni fa, esattamente come pensa Mike Pence, anche egli evangelico conservatore, re-birth christian secondo la sua stessa definizione, che sarà il numero 2 del team di Trump. Pence in più di un discorso pubblico ha messo in dubbio quella che egli stesso definisce la “teoria” darwiniana, oltre che negare con forza il problema del surriscaldamento terrestre.
Manca poco al 20 gennaio, giorno dell’insediamento del nuovo presidente statunitense, e crescono quindi le curiosità e i timori per l’indirizzo che il suo governo può imboccare su questioni decisive per il futuro dell’ambiente che ci circonda.