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Lund, una svolta storica

Rubrica «In cammino verso l’unità», a cura del pastore Luca M. Negro, andata in onda domenica 6 novembre durante il «Culto evangelico», la trasmissione di Radiouno a cura della Fcei

«Ciò che sembrava impossibile è accaduto»: queste parole, pronunciate nella cattedrale luterana di Lund (Svezia) dal pastore Martin Junge, segretario generale della Federazione luterana mondiale, danno il senso della svolta impressa all’ecumenismo dall’evento che il 31 ottobre ha aperto le celebrazioni per il 500° anniversario della Riforma protestante. Ciò che sembrava impossibile, cioè che un papa partecipasse alla commemorazione dell’evento che 499 anni fa spaccò la cristianità occidentale in due tronconi, cattolici e protestanti, è accaduto.

Due immagini mi hanno colpito in particolare in questa preghiera ecumenica. La prima è quella di una donna, l’arcivescova luterana Antje Jackelén, che come «padrona di casa» ha accolto sorridente papa Francesco. Molti cristiani hanno paura delle donne pastore, figurarsi di una donna arcivescova! Bergoglio non è fra questi. Non è detto che sia d’accordo, ma in autentico spirito ecumenico rispetta le scelte delle chiese protestanti.

In secondo luogo mi ha colpito l’immagine usata dal papa nel suo discorso, quella della vigna. Dio è il padrone della vigna, che è la chiesa. Come non ricordare la bolla Exsurge Domine, con cui nel 1520 papa Leone X scomunicava Lutero: «Sorgi, o Signore, un cinghiale selvatico ha fatto irruzione nella tua vigna» – quel cinghiale era ovviamente il riformatore tedesco. Mezzo millennio dopo un altro papa ha ripreso l’immagine della vigna in termini completamente diversi, affermando: «Dio è il padrone della vigna, e con amore immenso la nutre e la protegge; lasciamoci commuovere dallo sguardo di Dio; l’unica cosa che egli desidera è che rimaniamo uniti come tralci vivi a suo Figlio Gesù».

Nel documento comune che hanno sottoscritto a Lund, cattolici e luterani affermano che «il passato non può essere cambiato», ma «la memoria e il modo di fare memoria possono essere trasformati. Preghiamo per la guarigione delle ferite e delle memorie che oscurano la nostra visione gli uni degli altri».

Pregare per la guarigione delle ferite del passato, ma anche agire insieme nel presente per la guarigione di un mondo ferito, lacerato da divisioni, guerre e violenza. È questo l’altro grande messaggio che emerge dall’incontro del 31 ottobre; non a caso lo stesso giorno è stato firmato un accordo di collaborazione tra la Caritas internazionale e l’agenzia luterana mondiale per lo sviluppo Lutheran World Service. L’evento di Lund ci consegna insomma una visione dell’ecumenismo che non si limita al dialogo teologico, ma si incarna nella testimonianza comune per la giustizia, la pace e la salvaguardia del creato. 

Foto di Ulf k, con licenza CC BY-SA 2.0,  via Flickr