«Che Dio mi aiuti». E scoppia la polemica
25 ottobre 2016
Fanno discutere in Austria i manifesti elettorali del partito che fu di Haider. Le reazioni delle chiese
«Che Dio mi aiuti».
Il secondo comandamento non deve averlo letto da un pò di tempo Norbert Hofer, il candidato della destra austriaca alle attesissime elezioni presidenziali del 4 dicembre, il giorno in cui in Italia si voterà per il referendum costituzionale.
Le elezioni a Vienna e dintorni sembrano essere divenute un tabù. A maggio il voto fu annullato per irregolarità nel conteggio delle scede provenienti dagli elettori all’estero. La nuova tornata di ottobre non è nemmeno decollata perché la colla delle buste che contengono le schede elettorali da inviare sempre agli austriaci fuori confine non faceva il suo lavoro, non chiudendo le buste e rischiando così di invalidare di nuovo il voto.
Incredibile ma vero, e da qui la decisione di un ulteriore proroga, fino al 4 dicembre, per valutare chi fra il candidato della destra, Norbert Hofer, 45 anni, membro del Fpö, il partito che fu dello scomparso Jörg Haider, e quello dei verdi Alexander Van der Bellen, che si definisce “figlio di rifugiati” in quanto i suoi genitori fuggirono dall’Unione Sovietica stalinista, guiderà il paese nei prossimi anni.
«So wahr mir Gott helfe», «Che Dio mi aiuti» è lo slogan, il claim scelto da Hofer per i nuovi manifesti elettorali, presentati al pubblico in pompa magna venerdì scorso.
Scatenando reazioni indignate pressochè immediate.
Le prime a prendere posizioni sono state lunedì 24 ottobre le chiese protestanti austriache che hanno denunciato la «strumentalizzazione in corso da parte di uno dei candidati alla carica di presidente della Repubblica». Il vescovo luterano Michael Bünker tale riferimento a Dio «è un abuso, e lo è ancor di più se proviene dai leader di un partito che lo utilizzano per attaccare altre culture, altre religioni, secondo la nozione dell’occidente cristiano. Il Dio della Bibbia non ha collocazione geografiche, è un Dio universale che prende le difese dei deboli, dei poveri e di coloro che soffrono».
A stretto giro sono giunte le reazioni negative anche delle componenti cattoliche e islamiche: il presidente della comunità islamica Ibrahim Olgun ha denunciato la «strumentalizzazione dei contenuti religiosi». I vertici del partito hanno reso noto che lo sloganè connesso all’importanza dei valori cristiani presenti nella cultura occidentale. D’altro canto il presidente del partito Fpö, Heinz-Christian Strache nel 2013 aveva scelto il motto “Ama il tuo prossimo”, suscitando altre polemiche. Una tentazione irresistibile evidentemente, quella di riferirsi a qualcuno molto più in alto di noi, nel tentativo di condizionare gli esiti del voto. Che pare ancora in fortissimo equilibrio, come già accadde in primavera con un margine di voti talmente esiguo da obbligare una riconta al fine di evitare pasticci. Che invece puntualmente si sono presentati.