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A Luserna San Giovanni gli scavi per la posa delle tubazioni che collegheranno la centrale a biomasse alla Caffarel stanno procedendo. Si aggiunge quindi un tassello alla tanto discussa centrale costruita a ridosso dell’abitato degli Airali che fino a oggi (e sono ormai alcuni i mesi dalla prima accensione) ha prodotto soltanto energia elettrica. La tubazione attraversa prima la ferrovia e poi la strada provinciale passando accanto ad alcuni condomini piccoli e grandi. «Alle abitazioni poste nelle immediate vicinanze della rete, in caso di allacciamento contestuale alla posa, sarà garantito un consistente sconto sull’allacciamento e uno sconto a vita sulla tariffa termica» dicono i proprietari dell’impianto. Dall’altro canto invece il Comitato beni comuni val Pellice continua con la campagna «io non mi allaccio» con l’invito a non allacciarsi: diverse migliaia di cartoline sono già state consegnate al sindaco del Comune.

Intanto a Villar Pellice nel consiglio comunale di mercoledì 28 settembre è stata presentata una modifica della convenzione con un’azienda privata per la costruzione di una centrale a biomasse nel territorio comunale. «La “nostra” centrale è diversa da quella costruita a Luserna San Giovanni. Nel nostro caso produrremo soltanto acqua calda per riscaldare le abitazioni o altri edifici. La convenzione è stata già firmata a giugno di quest’anno e in questi giorni abbiamo apportato una modifica alla stessa» sono le parole di Lilia Garnier, sindaca di Villar Pellice. Fra alcune settimane, fra la fine dell’autunno e l’inizio dell’inverno ci sarà un incontro pubblico per discutere della nuova centrale. «La localizzazione deve essere per forza nelle vicinanze del centro abitato, in quanto dovrebbe riscaldare il municipio, l’ufficio postale e le scuole. La zona industriale della Crumière potrebbe essere un luogo adatto. Inoltre ci sono alcune grandi unità abitative che potrebbero allacciarsi, spegnendo anche alcune caldaie a gasolio. Anche la casa di riposo “Miramonti” potrebbe essere interessata. Ma questi sono progetti per il futuro, è ancora troppo presto per parlarne. Di certo invece c’è il coinvolgimento del territorio: la ditta proponente ha contattato alcuni boscaioli e una falegnameria per creare una filiera del legno. E sembrano aver trovato un accordo di massima». Il Comune dal canto suo ha fatto una valutazione del suo patrimonio boschivo. «Abbiamo molti lotti boschivi che ogni anno vendiamo ad aziende del settore. Secondo una valutazione il nostro territorio produce legno a sufficienza per alimentare la centrale».

Il presidente di Legambiente val Pellice, Davide Gay, invita l’Amministrazione comunale a diffondere i dati di progetto, avviando un percorso partecipato sul tema.

«Tale percorso – scrive Gay al sindaco – potrebbe costituire una straordinaria occasione sotto il profilo sociale e tecnico. Permettere alla popolazione di giudicare l’opera che l’Amministrazione intende sostenere, aprendo sia all’“opzione zero” (non realizzazione del progetto), sia al miglioramento del progetto; si avrebbero vantaggi in termini di conflittualità evitata e di incremento di efficacia delle politiche ambientali locali.

Si ricorda infatti che, nel comparto energetico, le centrali a biomassa sono la tipologia di impianti da sempre più contestata in Italia. Del resto, per ovviare a tali problematiche, lo stesso Governo sta valutando la modifica dell’articolo 22 del nuovo Codice degli appalti, sulla falsa riga del “débat public” francese che definisce quali opere sono soggette obbligatoriamente a dibattito pubblico.

Avviare in autonomia un percorso in futuro obbligatorio sarebbe un atto di lungimiranza, strategico per il bene del territorio».

Immagine di Pietro Romeo

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