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La promessa plurale di Dio

Un giorno una parola – commento a Esodo 33, 14

La mia presenza andrà con te e io ti darò riposo
Esodo 33, 14

Avendo dunque una tale speranza, ci comportiamo con molta franchezza
II Corinzi 3, 12

l capitolo 33 dell’Esodo è inserito tra il peccato della costruzione e adorazione del vitello d’oro (cap. 32) e la ratifica definitiva dell’alleanza (cap. 34). La domanda e la perplessità di Mosè si possono così riassumere: potrà Dio perdonare questo doppio peccato, restaurare il suo popolo, potrà ancora accompagnare il cammino del popolo verso la terra del riposo? La presenza divina ovvero della gloria del suo volto (Kabod), continuerà a camminare nella storia insieme al suo popolo o sarà ritirata per sempre da loro? In questo momento cruciale, Mosè prega intercedendo per il suo popolo dinanzi a Dio e desta il ricordo divino: «guarda che questo è il tuo popolo». A Mosè non basta la rassicurazione personale che riceve da Dio, almeno così sembra interpretarla. La sua domanda riguarda la totalità della nazione, egli intercede perché Dio abbia misericordia d’Israele e non di lui come singolo individuo. Sembra che Dio e Mosè parlino a livelli diversi in questo brano, come se le richieste di Mosè e le risposte divine andassero su piani diversi.

Mosè intercede per Israele, Dio sembra rassicurare Mosè personalmente: «la mia presenza andrà con te e io ti darò riposo». In questo momento si rivela una verità fondamentale. Possiamo tradurre la «mia presenza» come «Io personalmente», e così la promessa fatta direttamente a Mosè diventa una promessa fatta ad ogni «israelita», ad ogni membro del popolo del Signore poiché tutti sono una stessa cosa livellati dall’alleanza ad un soggetto collettivo; adesso sono già popolo di cui Dio «ha misericordia» e non somma di individui, sono il popolo che Dio si è scelto. Così possiamo tradurre la promessa doppia al plurale. La presenza divina accompagnerà ogni singolo israelita, ogni membro del suo popolo per condurlo al riposo, ovvero alla terra promessa dal Signore ad Abramo. Questo significa che Dio ha già cancellato e dimenticato il peccato del suo popolo e ha deciso di ratificare l’alleanza e di accompagnarlo e guidarlo per arrivare al riposo, alla terra concessa come dono a Israele.