Il sindaco di un Comune francese lancia una petizione contro l’accoglienza dei migranti e i suoi concittadini si ribellano.
La storia arriva da Chambon-sur-Lignon, poco meno di tremila abitanti, nella regione Auvergne-Rhône-Alpes, che ha in Lione il proprio capoluogo. Si tratta di un paese con un passato ricchissimo di episodi di nobile accoglienza, tanto da esser stato riconosciuto come “Giusto fra le nazioni” dal governo israeliano nel 1990 per “il coraggio di fronte al pericolo e le azioni di alto valore umanitario delle sue genti”. Fu la prima volta di tale riconoscimento dato ad una intera comunità e ancora oggi uno dei rarissimi casi di attribuzione collettiva. Sebbene non sia semplice un censimento sarebbero addirittura 5 mila gli ebrei che avrebbero trovato rifugio in zona, accolti e nascosti soprattutto dalle famiglie di fede protestante. Famiglie che avevano trovato nel pastore André Trocmé e in sua moglie Magda, anch’essi designati “Giusti”, una guida spirituale ed un esempio di pratica quotidiana dell’amore per il prossimo, sprone costante ad operare per la salvezza dei perseguitati dal nazismo, la cui storia di dolore e fuga ricordava quella ugonotta di alcuni secoli prima.
Sempre a Chambon nel 1938 Trocmé e altri pastori avevano fondato il collegio Cévenol per fornire un educazione di scuola secondaria ai ragazzi della zona. Anche questo luogo diventerà rifugio di moltissimi bambini e professori di origine ebraica.
Storia di accoglienza che la sindaca Éliane Wauquiez pare voler rinnegare.
Éliane è la madre di Laurent Wauquiez, già ministro ai tempi di Sarkozy e ora presidente del consiglio regionale dell’ Auvergne-Rhône-Alpes. Nelle scorse settimane Laurent ha lanciato una petizione contro la ridistribuzione dei migranti di Calais così come previsto dal governo: appena 1784 persone dovrebbero venire ospitate nella regione, che con quasi 8 milioni di abitanti è una delle aree più popolose di Francia. Ma i repubblicani paiono in questa maniera accordarsi alle parole d’ordine del Lepenismo, in un anticipo poco nobile di campagna elettorale per l’Eliseo. E la madre si è accodata, dichiarando che anche a Chambon-sur-Lignon non sarebbe passato lo straniero, nonostante la maggioranza del consiglio comunale si sia espresso invece per l’accoglienza. Che nel Comune è pratica che si perpetua anni, con numerose famiglie e organizzazioni protestanti che da tempo ospitano migranti, mentre in paese opera dal 2000 un centro di accoglienza per richiedenti asilo intitolato a “Pietro Valdo”. Un braccio di ferro che non terminerà certo a breve. Da queste parti la resistenza spirituale ha forgiato generazioni e storie. Ed è una qualità che i cittadini desiderano perpetuare. A dispetto delle piccinerie e dei calcoli elettorali.