Si tratta di un’iniziativa locale e a carattere personale, la cui eco rischia di giungere fino alle porte o all’interno del Vaticano.
Siamo in Francia, nella regione del Midi-Pirenei, tra Tolosa, Perpignan e Montpellier, i luoghi delle epopee ugonotte e catare. Monsignor Jean-Marc Eychenne, vescovo cattolico della cittadina di Pamiers, diocesi suffraganea di quella di Tolosa, ha infatti deciso di chiedere perdono per una delle terribili stragi che insanguinarono questo lembo di terra oramai otto secoli fa, ai tempi delle persecuzioni contro quelle che venivano considerate delle eresie. E lo farà con una cerimonia il prossimo 16 ottobre nella chiesa di Montségur, dove sorge l’omonimo castello, uno dei luoghi simbolo delle guerre di religione transalpine.
L’anno è il 1244 e sono i Catari a fare i conti per primi con la ferocia repressiva degli inviati papali che verrà replicata tante volte nei tempi successivi. Il castello di Montségur è stato costruito nel 1204 come estremo rifugio per la resistenza, duramente provata dalla crociata bandita da papa Innocenzo III. Il picco con il maniero resta per anni un bastione inattaccabile, fino appunto al 16 marzo 1244, dopo oltre un anno di assedio, periodo di lunghezza incredibile se si pensa alle esigue dimensioni del luogo e all’impossibilità di rifornirsi di cibo dato l’accerchiamento in corso. In 222 rifiutano di abiurare e di avere in questo modo salva la vita e per questo vengono bruciati vivi in quello che da allora si chiama Prat dels cremats, il prato dei bruciati.
Si trattò dell’ennesima strage da quando la crociata contro gli Albigesi venne indetta, nel 1209. Fu uno degli ultimi episodi, fra quelli più efferati che più contribuirono alla diaspora catara, con una significativa presenza giunta infine in Nord Italia e anche qui vessata e combattuta.
L’iniziativa personale del vescovo Eychenne si inserisce nel quadro delle celebrazioni dell’anno della Misericordia indetto da papa Bergoglio. Nel testo di presentazione della giornata si legge “Noi chiediamo perdono al Signore per aver partecipato con alcuni dei nostri membri a degli atti contrari all’insegnamento evangelico. Vangelo che contiene le parole d’amore per il prossimo che il nostro Signore ci ha lasciato e che troppe volte sono state disattese”. Un atto di pentimento forte che supera i secoli per farsi attuale, in un’epoca dove ancora in nome di Dio si perpetuano crimini e violenze. Al termine della cerimonia tutti insieme si marcerà verso il prato che fu il presumibile luogo dell’eccidio, accompagnati dalla splendida voce della soprano Muriel Batbie, una delle muse della musica occitana francese.
Si tratta di una prima tappa importantissima, di un percorso che potrebbe riservare ulteriori sviluppi. Nel 2017 o nel 2018 papa Francesco dovrebbe recarsi in visita pastorale proprio in Francia, e in molti si augurano che quella possa essere l’occasione per una richiesta di perdono per le morti e le sofferenze causate nei secoli bui dell’Inquisizione.
Una via tracciata da Bergoglio il 22 giugno 2015 con il mea culpa per le persecuzioni ai danni dei Valdesi.
Non a caso forse l’attuale papa ha preso il nome di colui che negli stessi anni del 1200 si trovava a combattere la propria personale battaglia di fronte alla curia romana, anche se con esiti diversi.