Terremoto. Il presidente Fcei Luca Maria Negro visita i luoghi del sisma
14 settembre 2016
«La settimana prossima il Consiglio Fcei stabilirà le priorità di intervento»
Fonte Nev
Sabato 10 settembre il pastore Luca Maria Negro, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), ha effettuato una visita nelle zone terremotate del reatino e del piceno, per verificare la possibilità di interventi di soccorso e ricostruzione. Il presidente era accompagnato da Francesco Piobbichi, operatore MH/Fcei, che era sul posto già da alcuni giorni.
Esattamente dove siete stati? Chi si incontra, con chi si parla, quando si visitano zone terremotate?
«Abbiamo visitato i comuni di Amatrice, Arquata del Tronto e Acquasanta, cercando di incontrare oltre agli amministratori locali, i responsabili e i volontari delle associazioni che si impegnano nell’emergenza. Ad Amatrice abbiamo incontrato il consigliere comunale responsabile per la Sanità, Luca Poli, la consulente legale del comune, avv. Valeria Lettera e i rappresentanti dell’associazione sportiva ASD; ad Acquasanta ci hanno ricevuto il sindaco Sante Stangoni e l’assessore Alessandro Cortellesi; ad Arquata del Tronto il vice sindaco Michele Franchi e Andrea Izzi, il presidente dell’associazione “Arquata Potest.” Per quanto concerne il volontariato, abbiamo preso visione delle diverse iniziative dell’Associazione Brigate di solidarietà attiva (Bsa), che ad Amatrice ha organizzato uno “spaccio solidale” e ad Acquasanta gestisce la mensa della tendopoli. Inoltre, come esempio dei danni al patrimonio artistico, abbiamo visitato Castel di Luco (Acquasanta), un magnifico castello dell’XI secolo».
In che stato versano le cittadine che avete visitato?
«Abbiamo visto con i nostri occhi la distruzione pressoché totale del centro storico di Amatrice. Molto gravi anche le condizioni di Arquata: nella sola frazione di Pescara del Tronto, cui non abbiamo potuto avvicinarci, ci sono stati 50 morti e quel che resta dell’abitato rischia di franare a valle. Più contenuti i danni ad Acquasanta, dove comunque risultano inagibili molte case del centro e intere frazioni. Il sindaco ci ha ricevuto nell’edificio del comune, dichiarato sicuro ma certamente non illeso, come testimoniano le crepe nei muri del suo ufficio. Ad Arquata ci ha colpito la situazione difficile in cui si trova ad operare l’amministrazione: la casa comunale è inagibile, e ora gli impiegati lavorano in alcuni container in una piazzetta della frazione Borgo. È urgente trovare una sistemazione più adeguata (ancorché provvisoria) per gli uffici comunali».
Che impressione le ha fatto, complessivamente, la gestione dell’emergenza?
«La macchina dei soccorsi sembra funzionare. Il problema è capire cosa accadrà ora che si avvicina il freddo e le tendopoli andranno smantellate: in attesa di una soluzione decorosa per chi è rimasto senza casa, per la quale passeranno comunque alcuni mesi, si può pensare di spostare gli abitanti in altra località (come è accaduto ad Accumoli, dove quasi tutti sono ora ospiti di alberghi a San Benedetto del Tronto), oppure bisogna fare ogni sforzo per far sì che le persone rimangano nella zona? Tutti gli amministratori che abbiamo incontrato sono per questa seconda opzione, criticano fortemente la soluzione adottata ad Accumoli. “Se chi vive qui si sposta”, ci hanno detto, “la ricostruzione non solo delle case, ma dell’economia, non potrà partire”. È stato inoltre sottolineato come in un’area caratterizzata da una certa dispersione abitativa (Amatrice ha 72 frazioni, Acquasanta 54, Arquata una dozzina) siano le famiglie in primis a non essere disposte ad abbandonare le proprie case danneggiate: sia per paura dello sciacallaggio che per la necessità di portare avanti le proprie attività economiche (in zona ci sono molti piccoli allevatori)».
Sulla base del sopralluogo effettuato, che cosa può o si propone di fare la Federazione?
«Il giorno stesso del terremoto la Fcei ha lanciato una sottoscrizione. Stiamo ricevendo offerte sia dalle chiese locali italiane che dalle chiese sorelle all’estero. Alcune chiese membro (Esercito della Salvezza) e aderenti (Unione avventista) si sono già mosse con interventi in loco. È inoltre possibile che le chiese membro della Fcei che hanno accesso all’8xmille contribuiscano alla realizzazione dei progetti che individueremo. Sulla base dei fondi disponibili, il Consiglio della Federazione, che si riunisce la prossima settimana, stabilirà le priorità di intervento e i possibili progetti a sostegno della popolazione, degli enti locali, dell’associazionismo e del volontariato».