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Il 15 agosto non è soltanto la data simbolica delle agognate e della calura estiva, delle città deserte e delle spiagge affollate; per i membri delle chiese valdesi delle valli del Pinerolese, e per coloro che vi si recano in vista degli impegni legati al Sinodo, è una giornata di incontro e di festa, a metà tra la giornata ecclesiastica e la festa di paese. L’ambientazione bucolica (ma ormai sempre meno), scelta tradizionalmente fra boschi e prati, ogni anno in una comunità diversa, contribuisce a creare quell’atmosfera speciale.

Ogni anno è una storia a sé, vuoi per il luogo, vuoi per i partecipanti, i temi trattati, le attività proposte; quel che è certo, è che il 15 agosto di quest’anno sarà un’esperienza inedita, perché la festa non sarà concentrata in un unico luogo, ma distribuita in un intero paese.

Un paese piccolo, 250 abitanti nel cuore della val Pellice, ma si può dire che tutti (o quasi) saranno coinvolti nell’organizzazione e nella gestione dei diversi aspetti della giornata.

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Perché la particolarità sarà di offrire, in diversi punti del centro abitato, quattro mostre, un museo e un ecomuseo, due passeggiate storiche, un approfondimento naturalistico, accanto agli appuntamenti «classici»: il culto alle 10 al tempio, il pranzo comunitario (ma ci saranno possibilità di picnic autogestito in alcuni «punti verdi»), la conversazione pomeridiana.

Quest’ultima sarà curata dalla pastora Maria Bonafede e sarà incentrata sul progetto dei Corridoi umanitari e di Mediterranean Hope.

E per chiudere in bellezza, un concerto del gruppo dei Trombettieri del Baden, che già animeranno il culto insieme ai loro «gemelli» della val Pellice.

Un 15 agosto all’insegna del movimento e del viaggio, dunque – dai viaggi drammatici dei migranti, a quello di amicizia e fratellanza dei trombettieri, a quello che compiranno i partecipanti, muniti di buone scarpe, cappellini o ombrelli a seconda delle condizioni climatiche, percorrendo su e giù le vie lastricate del paese, muniti di una piantina ad hoc, distribuita al culto e allo stand dell’accoglienza, nella piazza centrale.

Qui e negli adiacenti giardini si potranno trovare i banchi delle associazioni di volontariato, ma anche uno spazio dedicato ai produttori locali; il Centro comunale per le attività turistiche, dove sarà allestito il pranzo; il punto di partenza per le due passeggiate alla scoperta del territorio e della storia del paese, curate dalla Società di studi rorenghi, una al termine del culto e una nel primo pomeriggio.

Le mostre, visitabili tutto il giorno, saranno allestite in quattro punti del paese, e tratteranno alcuni aspetti della storia rorenga attraverso immagini e fotografie storiche: dalla presenza del pittore Paolo Paschetto, al lavoro nelle cave (che ha formato nei decenni l’identità del paese e dei suoi abitanti), alla storia di una borgata particolare (Rumer) fra abbandono e rinascita, alla vicenda degli ebrei rifugiati a Rorà durante la seconda guerra mondiale. E non mancheranno le sorprese, al museo e al presbiterio, con giochi e animazioni per grandi e piccoli...

Insomma: ci saranno diverse cose da scoprire nel «paese delle querce» (l’etimologia del nome Rorà richiama per l’appunto il rovere), sia per chi lo visiterà per la prima volta, sia per chi ci tornerà pensando già di conoscerlo...

Interesse geografico: