Regeni, una fiaccolata a sei mesi dalla scomparsa
10 agosto 2016
La manifestazione, questa sera al Pantheon di Roma, intende mantenere alta l’attenzione e rilanciare la campagna «Verità e giustizia per Giulio Regeni»
Sono trascorsi sei mesi dalla scomparsa di Giulio Regeni in Egitto; erano le 19,41 del 25 gennaio quando si persero le tracce del ricercatore italiano, il cui corpo fu poi tragicamente ritrovato il 3 febbraio lungo la strada che dal Cairo si estende fino ad Alessandria.
Questa sera, proprio alle 19.41 a Roma, Amnesty International, Antigone e Cild promuovono un’iniziativa al Pantheon: si accenderanno, nell’ora esatta della scomparsa, torce e candele e si terrà un presidio nella piazza.
Tra le associazioni che hanno aderito: Articolo 21, A Buon Diritto, Cittadinanzattiva, Fnsi, Iran Human Rights Italia, Italians for Darfur, LasciateCIEntrare, Premio Roberto Morrione, Un Ponte per, Usigrai e il mensile Confronti, rivista di politica, società, dialogo tra culture e religioni.
«La fiaccolata di questa sera – ha ricordato Riccardo Noury, portavoce di Amnesty – è tesa a mantenere alta l’attenzione sul caso e rilanciare la campagna “Verità e giustizia per Giulio Regeni” che Amnesty International Italia, Antigone e Cild portano avanti sin da quando si è appresa la notizia della scomparsa di Giulio».
«La brutale uccisione di Regeni – prosegue Amnesty – ha scioccato il mondo e ha acceso i riflettori sul metodo delle sparizioni forzate praticato in maniera sistematica in Egitto, un nuovo modello di violazione dei diritti umani che i ricercatori di Amnesty International hanno documentato attraverso fatti e testimonianze. Il quadro è allarmante: in media tre-quattro persone al giorno sono vittime di sparizioni forzate nel paese. Una strategia mirata e spietata dell’Agenzia per la sicurezza nazionale guidata dal ministro degli interni egiziano Magdy Abd el-Ghaffar. Dal 2015 centinaia di egiziani tra cui studenti, attivisti politici, manifestanti e altri sono stati sottoposti a sparizione forzata per giorni o mesi. Le vittime, compresi bambini, vengono trattenute in centri di detenzione non riconosciuti, senza alcuna supervisione giudiziaria, e sottoposti a maltrattamenti e torture al fine di ottenere una "confessione"».
Nonostante siano passati 180 giorni, risposte su quanto accaduto al giovane ricercatore italiano non sono mai arrivate dal governo egiziano: «Non possiamo permettere che l’omicidio di Regeni cada nell’oblio; è un dovere chiederne, e con forza, verità e giustizia», ha ricordato anche Claudio Paravati, direttore della rivista Confronti.
L’appuntamento per chi vorrà partecipare è per questa sera alle 19.00 al Pantheon.
Foto: Di Comune di Torino - Comune di Torino, CC BY 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=48032436