Le parole di cui abbiamo bisogno
Un giorno una parola – commento a Efesini 4, 29
Io dicevo: «Vigilerò sulla mia condotta per non peccare con le mie parole»
Salmo 39, 1
Nessuna cattiva parola esca dalla vostra bocca; ma se ne avete qualcuna buona, che edifichi secondo il bisogno, ditela affinché conferisca grazia a chi l’ascolta
Efesini 4, 29
Siamo d’accordo subito con questa parola, tuttavia essa è più facile a dirsi che a farsi. Ci rendiamo conto che è abbastanza difficile frenare la lingua e non permettere ad alcuna parola cattiva di uscire dalla nostra bocca. Gesù stesso ha detto: «Razza di vipere, come potete dire cose buone essendo malvagi? Poiché dall’abbondanza del cuore la bocca parla».
Che parole possiamo rivolgere ai nostri prossimi se c’è un’abbondanza di veleno, di rabbia, di rancore o di tristezza nei nostri cuori? Ogni tanto non siamo neanche consapevoli del veleno che spruzziamo intorno a noi con le parole che nascono nei nostri cuori. Di tanto in tanto ci rendiamo conto del rancore che ci domina e non abbiamo neanche la minima voglia di servirci di parole costruttive. Anzi! Ci viene la voglia di distruggere, di criticare o di comandare con le nostre parole. Oppure camuffiamo la nostra freccia avvelenata con parole dolciastri.
Ci vuole proprio tanto auto-controllo per non fare dell’altro la nostra personale «discarica per rifiuti verbali tossici». Ma ci vuole più di un continuo auto-controllo: abbiamo bisogno di qualcosa come un inventario e una guarigione dei nostri cuori affinché ne possano uscire parole veramente edificanti. Non ci vogliono parole dolci prive di verità e autenticità, perché non edificano e non conferiscono grazia a nessuno. Servono invece parole vere e al tempo stesso amorevoli e accoglienti.