Una preghiera «adulta»
Un giorno una parola – commento a Efesini 6, 18
Dice Amos: «Signore, Dio, perdona!Come potrà sopravvivere Giacobbe, piccolo com’è?». Il Signore si pentì di questo. «Ciò non accadrà», disse il Signore
Amos 7, 2-3
Pregate in ogni tempo, per mezzo dello Spirito, con ogni preghiera e supplica; vegliate a questo scopo con ogni perseveranza. Pregate per tutti i santi
Efesini 6, 18
«Dio è morto», disse il filosofo tedesco Friedrich Nietzsche. Un’affermazione così ha conseguenze anche per la preghiera. Nietzsche scrisse: «Non potrai più pregare, non potrai più riposarti in una fiducia infinita. Rinuncerai a trovare rifugio in un’ultima saggezza, in un’ultima benevolenza e in un’ultima potenza. Non ci sarà più il custode e l’amico che ti protegga dalla solitudine profonda. Non ci sarà più un luogo di rifugio per il tuo cuore».
Da un lato Nietzsche si rende conto che l’uomo, quando si convince della morte di Dio, rimane solo soletto, senza un interlocutore divino con cui parlare con fiducia. Dall’altro lato, però, Nietzsche ha osservato che la teologia tende a ingrandire Dio alle spalle dell’essere umano, riducendo le forze dell’uomo al minimo e lasciando a Dio tutto il potere e tutte virtù e caratteristiche positive. In tal modo l’uomo diventa sempre più bisognoso e anche infantile.
Da Nietzsche vorrei imparare a non togliere all’uomo tutte le forze. Non vorrei ingrandire Dio alle spalle dell’essere umano; Dio non ne ha bisogno. Al tempo stesso, sono impressionata da quanto Nietzsche stimi la preghiera alla quale si sente di dover rinunciare, sostenendo che Dio sia morto. Mettendo questi due aspetti insieme, vorrei arrivare a una preghiera «adulta» che non si aspetta da Dio di essere un «Deus ex macchina», che ci dà sempre e automaticamente ciò per cui preghiamo oppure, se ciò non avviene, ci offre comunque un pretesto per lamentarci. Vorrei invece pregare in modo «adulto», forse come Mosè che parlava con Dio come con un amico, faccia a faccia. Vorrei parlare con Dio, anche senza chiedere. Vorrei servirmi anche delle forze che Dio mi ha dato per affrontare le difficoltà della vita. Anche questo potrebbe essere segno di una preghiera adulta. E questo è l’atteggiamento con cui vorrei accogliere l’invito alla preghiera che ci giunge dalla Lettera agli Efesini.