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Bolle di sapone

Rubrica «Finestra aperta», a cura del pastore Massimo Aprile, andata in onda domenica 22 maggio durante il «Culto evangelico», la trasmissione di Radiouno a cura della Fcei

Molti anni fa  partecipai a un semestre di formazione per cappellani ospedalieri negli Stati Uniti. Fu un’esperienza impegnativa ed estremamente stimolante. Nell’ultimo giorno del corso teorico-pratico, uno dei nostri insegnanti espresse apprezzamento per i partecipanti tirando fuori dalla sua borsa un astuccio e cominciando a fare delle bolle di sapone. Fu un gesto di ingenuità infantile, che ci stupì e ci commosse. Poi ci disse che portava sempre con sé quell’astuccio, perché nella vita, anche quando non te l’aspetti, ti accadono delle cose belle che meritano di essere celebrate così, senza troppe parole.

Questa stravaganza mi è tornata in mente alcune settimane fa quando ho sentito la storia di Boris, un moscovita sessantenne che ora vive in Versilia e che fa gigantesche bolle di sapone per la gioia dei bambini. Boris è un medico. Ha esercitato la professione a Mosca fino a quando, caduto il regime, l’ospedale non ha più potuto pagarlo. Così è venuto in Italia, si è arrangiato facendo mille mestieri, fino a trovare questo. Lo chiamano «il signore delle bolle». E lui non nasconde che si diverte proprio come i bambini che sono gli spettatori puntuali dei suoi spettacolini in strada.

Boris è stato vittima, qualche settimana fa,  di uno spiacevole episodio. Un tale, proprietario di un negozio vicino al quale egli si esibiva, infastidito da quell’abusivo che aveva raccolto attorno a sé una piccola folla, lo ha insultato e poi spruzzato con una pompa dell’acqua. Alle sue proteste l’altro si è vigliaccamente accanito.

Qualcuno però ha videoregistrato la scena. Il commerciante non poteva farsi peggiore pubblicità. Così, dopo qualche giorno, si è tenuta una chiassosa manifestazione di genitori e bambini accorsi per testimoniare la loro simpatia a Boris. Quella inaspettata mobilitazione ha contribuito a far vergognare il commerciante del suo gesto del quale si è poi tardivamente scusato.

Boris, intervistato, ha raccontato un po’ della sua vita, ha detto che ha messo  a punto alcuni esercizi per la correzione della vista  ma che non gli interessa fare soldi  anche se lo rende molto felice riuscire a curare qualcuno.

Ho notato che, nelle stesse pagine di cronaca del giornale in cui si parlava del signore delle bolle di sapone, si riportavano anche i gravi casi di violenze sui bambini accaduti nel condominio di Caivano. Un agire criminale forse favorito da comportamenti gravemente omertosi.

Gesù più volte nella sua predicazione parlò dell’importanza dello sguardo. Un comportamento deviante – disse – parte sempre da uno sguardo torbido e morboso.

Il signore delle bolle ha per i bambini lo sguardo giusto. Boris, proprio come quell’anziano professore di pastorale clinica, incontrato tanti anni fa,  ha sempre protetto il bambino che c’è ancora dentro di lui, e per questo nutre verso i bambini così tanto rispetto.

La filosofia di Boris corrisponde alla sua attività di artista di strada. Perché, in fondo, la vita è come una bolla di sapone. Bellissima, ma dura poco.

Avessimo tutti una maggiore coscienza della provvisorietà e, insieme, della bellezza della vita, potremmo celebrarla con semplicità e cuore puro, proprio come lui, «il Signore delle bolle». 

Foto di suesybell, ©iStockPhoto