Un girotondo che fa bene all’anima
27 aprile 2016
A Mantova le religioni s’incontrano da piccole, all’ombra di un melograno. La testimonianza della pastora Laura Testa
Un cerchio aperto di bambini e bambine di diversi religioni, riuniti nello stesso posto dai loro insegnanti. È successo ieri a Mantova, nel giardino del museo Diocesano di piazza Virgiliana. Un’iniziativa promossa dal Centro di educazione interculturale della Provincia per avviare un dialogo di ascolto fondato su tre pilastri: istituzioni, religioni, scuola. Un’iniziativa che compie dieci anni e il cui format viene dal nord, dalla città inglese di Bradford, dove nel 2006 fu siglato l'Agreed Syllabus for Religious Education, un «accordo di educazione» al pluralismo religioso rivolta a docenti, educatori, mediatori, famiglie e giovani interessati a questo tema.
Così, ricalcando una buona pratica d’oltre Manica, i bambini delle classi quinte della scuola elementare Don Mazzolari e gli adolescenti delle medie Alberti e Bertazzolo hanno fatto coro con i sacerdoti e i pastori delle confessioni cristiane (cattolica, valdese, evangelica, pentecostale e avventista) e con i delegati delle religioni islamica, buddista, sikh e baha'i (aderente all’iniziativa ma impossibilitata a partecipare la comunità ebraica).
Per la Chiesa valdese era presente la pastora di Mantova Laura Testa. «Un’iniziativa meravigliosa, oserei dire commovente» – ha dichiarato, con accorata soddisfazione, l’indomani. «La cosa bella è stata la comunicazione che in quel contesto ho visto instaurarsi tra i bambini. Al centro del semicerchio erano stati collocati sacchetti e mappe. Superando l’idea del gruppo religioso estraneo che viene a fare una lezione all’interno della scuola, in quest’occasione si è data vita a un vero e proprio viaggio nelle religioni della città, iniziando i più piccoli ad un ricerca autonoma. L’idea che sottende a questo tipo d’incontro interreligioso, e che ne fa qualcosa di unico e prezioso, è che la fede è un fatto da cercare o ricercare in autonomia, all’esterno della scuola».
«Magistrale – prosegue Laura testa – anche la scelta dei simboli affiancati alle bisacce da viaggio: il riccio e il melograno. I chicchi del melograno, piantato con sapienza al centro del semicerchio, sono ognuno diverso dall’altro: è la buccia della convivenza a farne un solo frutto. Al contempo, per non negare le difficoltà dello stare insieme, è stata raccontata la storia dei due ricci che in una notte tempestosa riparano nello stesso buco. Inizialmente gli aculei dell’altro pungono, ma nel bisogno e nella condivisione i due imparano a stare insieme, a non farsi più farsi male».
«Sul dialogo interreligioso lavoriamo tanto – conclude la pastora – ma devo dire che nella mia esperienza pastorale quest’iniziativa mantovana rappresenta un unicum. Per il metodo non convenzionale di divulgazione del messaggio di pace e perché riesce a rendere tangibile anche ai più piccoli che il panorama religioso della propria città (e dunque del mondo) è più ampio della propria tradizione famigliare. Non c’è dubbio: quello che ho visto qui sarebbe da replicare altrove. Anche al di fuori di questa Lombardia d’eccezione che è il mantovano».