Nulla può separarci dall’amore di Dio
08 aprile 2016
Un giorno una parola – commento a Romani 8, 38-39
Il Signore cammina egli stesso davanti a te, egli sarà con te; non ti lascerà e non ti abbandonerà; non temere e non perderti d’animo
Deuteronomio 31, 8
Infatti sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, né potenze, né altezza, né profondità, né alcun’altra creatura potranno separarci dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore
Romani 8, 38-39
Ci sono volte che vorrei essere convinto delle cose tanto quanto lo era l’apostolo Paolo. Timoroso, dubbioso, insicuro quanto ogni altro uomo, purtuttavia l’apostolo delle genti riusciva ad essere adamantino, talvolta, su cose più che importanti. Poteva iniziare una frase con una certezza tale da persuadere anche i lettori, ma a volte neanche questo basta per persuadere noi.
Siamo così sicuri che nulla di quel che elenca Paolo possa allontanarci da Dio? Nessuna paura della morte? Nessuna scelta di vita? Nessun incontro col potere, sia terreno, sia ultraterreno? Non abbiamo mai davvero ceduto a nessuna lusinga, o siamo fuggiti davanti a qualche terrore?
Certo, fosse per noi, fuggiremo l’amore di Dio come cerchiamo di fuggire l’amore umano, per paura di perdere, di essere feriti, di essere usate, per paura di soffrire. Ogni cosa che incontriamo, ogni situazione o accidente in cui ci scontriamo ci allontana dall’amore di Dio come l’onda di una mareggiata, che si alza fragorosa su di noi, e ci getta spuma bianca accecante in faccia.
Ed è una fortuna che non stia in noi, la forza che ci tiene avvinti all’amore di Dio. Perché non è del successo dei nostri sforzi che è persuaso in modo così adamantino Paolo. Tutto quello che incontriamo nella nostra vita, dai piccoli incidenti alle sfere angeliche, ha più potere della nostra fedeltà a Cristo, ma assolutamente nulla ha un potere maggiore della fedeltà del nostro Dio. Infatti non siamo noi i garanti dell’amore di Dio per noi, ma Gesù Cristo, che non è spaventato da potenze mortali o immortali, non è confuso dal passare del tempo, né dalle dimensioni dello spazio, e di sicuro non si ferma davanti alla morte, ma anzi, ha tramutato la morte in vita per poter agire il Suo amore con potenza verso di noi.
E allora, con questa coscienza, anche noi possiamo essere persuasi della forza dell’amore di Dio per noi, possiamo essere certi che sarà Lui a garantire per questo amore, e possiamo accettare Cristo nelle nostre vite come colui che ci porta questo amore e ci permette di vivere per esso.