Esortatevi gli uni gli altri
07 aprile 2016
Un giorno una parola – commento a Colossesi 3, 16
In Dio ci glorieremo ogni giorno, e celebreremo il tuo nome in eterno
Salmo 44, 8
La parola di Cristo abiti in voi abbondantemente; istruitevi ed esortatevi gli uni gli altri con ogni sapienza; cantate di cuore a Dio, sotto l’impulso della grazia, salmi, inni e cantici spirituali.
Colossesi 3, 16
Ortodossia e ortoprassi sono due paroloni per indicare due atteggiamenti fondamentali nella vita di ogni persona: «pensa la cosa giusta» e «fai la cosa giusta».
Le religioni, da sempre, si alternano nel preferire l’una all’altra, oppure si attaccano l’un l’altra perché, delle due, ne preferiscono una, o non stanno abbastanza attente all’altra. Il protestantesimo, da sempre, ha preferito i pensieri alle parole, senza mai mettere in dubbio, comunque, che si dovesse anche agire nel modo più corretto.
La Confessione di Augusta, al suo capitolo settimo, dice: «La Chiesa è la congregazione dei Santi, in cui il Vangelo è rettamente insegnato e i sacramenti correttamente amministrati». Insomma, pensa la cosa giusta, senza dimenticarti di fare la cosa giusta. È quindi in questo spirito che leggiamo questo verso dell’epistola ai Colossesi, che congiunge magistralmente questi due temi: da un lato, la Parola di Cristo deve abitare la comunità «abbondantemente», dall’altro, ovvero in maniera conseguente, la chiesa deve svolgere il suo servizio: istruzione, esortazione e lode.
Se le chiese protestanti da sempre ritengono il canto come una componente essenziale, c’è da dire che, delle tre cose dette, l’istruzione è il nostro pallino. La predicazione della Parola, gli studi biblici, le conferenze sorpassano di gran lunga i momenti di esortazione, che, anzi, spesso, troviamo al limite della forzatura, quasi esagerati, tipici di altre tradizioni, non della nostra. Eppure, la salvezza in Cristo è prima di tutto esortazione, la possibilità di vivere una vita degna di questo nome nonostante il peccato che abbonda nelle nostre vite, proprio grazie alla Parola di Cristo.
In questo periodo storico, poi, abbiamo finalmente cominciato a capire che il rinnovamento, la formazione, il dibattito e il dialogo, insomma, la trasformazione pedagogica non è questione solo della teologia, dell’istruzione, e della pastorale, ma essa riguarda anche la musica e il canto: il cuore rinnovato vuole un canto adatto al suo stato, un canto che sia non per forza moderno, a scapito dell’antico, ma pregnante, emozionante ed istruttivo, che sia stato scritto duecento anni fa o ieri.