Lo shalom di Dio
15 marzo 2016
Un giorno una parola – commento a Filippesi 4, 7
Come un’aquila che desta la sua nidiata, volteggia sopra i suoi piccini, spiega le sue ali, li prende e li porta sulle penne, così il Signore conduce il suo popolo
Deuteronomio 32, 11-12
E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù
Filippesi 4, 7
Di solito, per pace s’intende una condizione di tranquillità; spesso è intesa anche come «quieto vivere», ma non è vera pace; altrettanto spesso è intesa come l’assenza della guerra. Più elaborato è il concetto che viene dall’ebraismo: lo Shalom, l’armonia con se stessi, con il mondo e con Dio. Nel trasporre il concetto di «pace» nell’ambito cristiano, e nel riferirlo a Dio si perviene alla «giustificazione», frutto del sacrificio di Cristo, il cui esito è la «riconciliazione». Se il peccato ci aveva reso nemici di Dio, il sacrificio di Cristo ci riconcilia e instaura una condizione di pace. La pace che viene dalla riconciliazione con Dio è una condizione difficile da spiegare a parole e comprendere con l’intelletto: va oltre ogni nostra comprensione. Non si può descriverla: si può solo sperimentarla.
L’apostolo Paolo, autore della lettera, ci mostra un Dio misericordioso, che intende entrare in sintonia con coloro che lo seguono. Noi che abbiamo fatto il salto nel buio della fede e abbiamo trovato la luce del Signore abbiamo acquisito una sensibilità che ci consente di entrare in armonia con Dio per comprendere la sua volontà, addirittura di partecipare ai suoi pensieri.
«Chi ha conosciuto la mente del Signore da poterlo istruire?» – è la domanda retorica che Paolo pone nella Lettera ai Corinzi. Ed è sorprendente la conclusione alla quale perviene: «ora noi abbiamo la mente di Cristo» (1 Corinzi 2, 16).
Dio ci concede di essere partecipi dei pensieri di Cristo! Se abbiamo conosciuto Cristo, se abbiamo accolto la sua parola, possiamo conformare il nostro parlare e il nostro agire al suo modo di parlare e di agire. Il versetto proposto in un certo senso è il corollario di questo principio. Avere accolto la parola dell’evangelo ci pone in una condizione spirituale di pace e di profonda comunione con il nostro Dio.