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Il Piemonte contro la violenza di genere

Prima in Italia, la Regione Piemonte ha approvato un disegno di legge che prevede il “codice rosa”

l 16 febbraio il Consiglio regionale del Piemonte ha approvato due importanti disegni di legge (ddlr): al primo contro ogni forma di discriminazione ne è seguito uno più specifico, finalizzato alla «prevenzione e al contrasto della violenza di genere, al sostegno alle donne vittime di violenza e ai loro figli».

Con l’approvazione di questo provvedimento, la regione Piemonte si è mossa sul piano normativo nazionale fornito dalla legge 119/2013 la quale annovera tra i suoi principali obiettivi quello di «potenziare le forme di assistenza e di sostegno alle donne vittime di violenza e ai loro figli, attraverso modalità omogenee di rafforzamento della rete dei servizi territoriali, dei centri antiviolenza e dei servizi di assistenza alle donne vittime di violenza».

Fortemente voluto dall'assessora alle Pari opportunità Monica Cerutti, questo testo non nasce dal nulla, ma valorizza, coordina e potenzia quanto già realizzato a livello di reti locali e di risorse territoriali. Già otto anni fa, la legge regionale (lr) 11/2008 aveva istituito un «Fondo di solidarietà per il patrocinio legale alle donne vittime di violenza e maltrattamenti», e a un anno di distanza la lr 16/2009 aveva incentivato la creazione di centri antiviolenza dotati di case rifugio. Stando ai dati contestualmente forniti dall’assessora Cerutti, anche al di fuori del nuovo quadro normativo, l'attività svolta nel corso del 2015 dai centri antiviolenza – tra i quali spiccano “Telefono Rosa” e “Donne e Futuro” – è stata imponente: complessivamente, i 9 centri attivi su Torino hanno seguito 1381 donne, di cui 450 straniere (nel 95% dei casi le assistite erano madri), mentre gli 8 centri distribuiti in provincia hanno fornito assistenza a 269 donne, di cui 160 italiane (la provincia di Alessandria è quella con il maggior numero di casi affrontati, ben 141). Grazie alla codificazione di un quadro normativo unico regionale, il fondamentale lavoro dal basso di sportelli ed associazioni liberamente istituitesi è finalmente riconosciuto e messo “in rete”.

Ma oltre a sistematizzare l’esistente, il ddlr appena approvato presenta alcune novità rilevanti. Tra le misure inedite, elencate sul sito della Regione, ricordiamo l’esenzione del ticket sanitario per le donne vittime di violenza; la predisposizione, su richiesta, di percorsi personalizzati di sostegno finalizzati al reinserimento socio-lavorativo delle vittime; l’elaborazione di azioni specifiche nei confronti dei minori vittime di violenza e, novità rilevante, degli stessi autori di violenza di genere (considerati alla stregua di “vittime di sé stessi” da non abbandonare); la creazione di un tavolo di coordinamento permanente tra i centri antiviolenza regionali; la promozione di attività di informazione, campagne ed iniziative per la diffusione della cultura della legalità e della parità di genere, con particolare attenzione alla scuole e ai più giovani; l’organizzazione di corsi di formazione rivolti al personale operante nei servizi antiviolenza.

A tal proposito, il ddlr prefigura l'istituzione di un Centro sanitario di coordinamento regionale che potrà contribuire alla diffusione di una formazione omogenea degli operatori sanitari su tale materia. L’obiettivo finale è quello di istituzionalizzare a livello regionale il cosiddetto "codice rosa": un’assistenza specifica che un'apposita équipe multidisciplinare (formata da ginecologa, pediatra, ostetrica, psicologa, assistente sociale e infermiera) dovrà attivare ogniqualvolta si presenti in un pronto soccorso una donna vittima di violenza.

Per l'attuazione di tutte queste misure è previsto uno stanziamento annuale di 500.000 euro, da aggiungere alla ripartizione del fondo statale (8 milioni di euro per il 2016). «Abbiamo costruito un disegno di legge molto ambizioso», ha commentato Cerutti dopo il voto in Consiglio (contrari solo PF e Fratelli d’Italia), ricordando con fierezza l’elaborazione del ddlr, steso nel pieno rispetto del linguaggio di genere previsto nella Carta d’intenti “Io parlo e non discrimino” che la Regione sottoscriverà il prossimo 8 marzo.

Foto: di U.S. Embassy Pakistan via Flickr. Licenza: CC BY-ND 2.0

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