Lodare la salvezza di Dio
21 gennaio 2016
Un giorno una parola – commento a Salmo 79, 13
E noi, tuo popolo e gregge del tuo pascolo ti celebreremo in eterno, proclameremo la tua lode per ogni età
(Salmo 79, 13)
Ringraziate con gioia il Padre che vi ha messi in grado di partecipare alla sorte dei santi nella luce
(Colossesi 1, 12)
Il Salmo 79 è uno dei Salmi di Asaf e ricorda a Dio l’esperienza traumatica della distruzione di Gerusalemme e il dramma dell’esilio. La celebrazione e la lode degli esiliati devono ricordare a Dio che ora siamo pronti per la sua azione potente e per ritornare alla terra promessa. Questa è la lezione del salmista: come mi sono ricordato del Signore, così il Signore ora si ricorderà di noi, nella sua grazia userà ancora misericordia verso di noi, verrà e ci salverà. Sarà di nuovo attraverso le azioni di un Dio salvatore che porta la redenzione agli schiavi nella storia. La celebrazione ha destato la fede, alimentato la speranza, ora la preghiera e la lode nutrono la speranza e rendono pronto il popolo che è “gregge del tuo pascolo” all’opera divina di salvezza che non tarderà, che è già iniziata secondo le sue promesse.
Cosa celebra il popolo in esilio e sconfitto? Celebra l’attesa e la speranza nell’intervento divino che trasformerà la situazione storica. Il Salmista e il popolo hanno trovato finalmente la presenza divina proprio nell’esilio, poiché il Tempio è stato distrutto anche Dio è in esilio e tra noi con la sua presenza santa. La struttura dialogica di questo Salmo corrisponde a sua volta in modo sorprendente con quella del culto cristiano, quasi a precederlo o a prepararlo. Il culto cristiano deve essere un dialogo partecipato, assembleare, comunitario, nel quale degli esseri umani incontrano Dio e si incontrano tra loro, in uno spazio costituito non dalla materialità del luogo di culto, per scoprire nella parola vivente di Dio l’assente presente in mezzo a noi dopo l’invocare Cristo, colui che è per sempre la parola divina incarnata per saziare la sete e la fame infinite di Dio, per celebrare e lodare in perpetuo la sua bontà e la sua salvezza.