L'amabile jazz di Lara Iacovini
30 dicembre 2015
Grazie ad un timbro dolce e sognante, la voce di Lara Iacovini sa interpretare tutte le sfumature del jazz, senza far rimpiangere i grandi nomi di questo genere
Anche se il jazz può apparire un genere per intenditori, molto lontano da un ascolto profano, è in realtà la base stilistica sulla quale poggia gran parte della musica moderna che si ascolta oggi, dal pop al rock, che si sono evoluti proprio da quei suoni che sembrano cristallizzati in club dalle luci soffuse, un po' lontani e persi nel tempo.
La realtà è che il jazz è un genere alla portata di tutti, basta non farsi spaventare e magari ascoltare Lara Iacovini, e lasciarsi trasportare dalla sua voce. Lei, insegnante di canto jazz presso il Conservatorio di Parma, ha da sempre coltivato la passione per il jazz, ma senza dimenticare che la musica non è una materia che viaggia a compartimenti stagni, e proprio per questo il suo stile è largamente contaminato, tanto da evidenziare le somiglianze che, a ben vedere, ci sono eccome.
Grazie a questo approccio molto pop al suo lavoro, Lara Iacovini riesce ad abbattere gli stereotipi, offrendo il jazz come dovrebbe essere davvero, vale a dire alla portata di tutti, di facile e piacevole ascolto, non qualcosa di lontano e per pochi eletti. In questo senso l'album Right Together è un piccolo gioiello di jazz per chi non conosce il jazz: grazie all'utilizzo di forme canzone ben definite, come lo sono quelle tipicamente pop, e suoni che invece provengono da un registro fortemente connotato, Lara sa realizzare la miscela perfetta per non intimidire l'ascoltatore, ma anzi condurlo per mano in un mondo che, a ben vedere, ha sempre conosciuto ma non ha mai riconosciuto.
Il passo successivo è il nuovo La Voce Del Vento, dove in effetti non è nemmeno più possibile tracciare confini o effettuare distinzioni stilistiche. Certo, per i puristi questo approccio non è il più consigliabile, ma per chi ama la musica e vuole trasmettere questa passione ad altri, è sicuramente il modo migliore, perché permette di apprezzare un genere nuovo con strumenti noti e quindi famigliari, e non sentirsi lasciato da parte in nessun momento.