Museo Shoah di Roma, forse ci siamo
28 dicembre 2015
Si attende la posa della prima pietra nel luglio 2016, dopo anni di discussioni e ritardi
Ci siamo. Forse. A oltre settant'anni dalla fine del secondo conflitto mondiale il 2016 dovrebbe essere finalmente l'anno buono per veder posata la prima pietra del museo della Shoah di Roma, un'opera terribilmente in ritardo nei confronti della storia, del mondo, ma soprattutto nei confronti della memoria delle vittime degli orrori nazifascisti e dei loro eredi.
Utilizziamo forme dubitative perché le vicende legate alla nascita del polo museale hanno subito tante e così ripetute soste da suggerire massima prudenza nei proclami.
Un emendamento alla legge di stabilità approvata in questi oggi dal parlamento ha nuovamente stanziato i tre milioni di euro necessari per la realizzazione degli allestimenti a Villa Torlonia, residenza romana di Benito Mussolini sulla Nomentana, e luogo scelto per la memoria della Shoah, alla fine di lunghi dibattiti, proposte alternative, discussioni, dimissioni dei vari comitati.
Erano stati gli appelli degli ultimi reduci del rastrellamento del ghetto della capitale nel 1943 a urlare al mondo e alla politica inerte di desiderare di veder la nascita di questo luogo delle memorie, prima di andarsene da questa vita terrena. Il governo Monti nel 2013 aveva stanziato la stessa cifra, ma intoppi, veti di parti politiche che ancora vivono con fastidio certe commemorazioni, burocrazie, avevano gettato nuovamente nello sconforto comunità ebraiche e promotori. In questo modo la finestra utile per l'utilizzo dei fondi si esaurì, allungando l'attesa di chi attende un luogo che riconcili la città eterna con questo pezzo della sua storia.
Ora il nuovo finanziamento e un iter finalmente sbloccato: entro luglio del 2016 si attende la posa della prima pietra, per sanare una ferita lunga settant'anni. Spetta al municipio ora firmare gli accordi con la ditta che si è aggiudicata l'appalto. Ci è voluto un tecnico alla guida del Campidoglio per sbloccare anni di veti e solenni dormite attorno alla questione museo della Shoah.