Dichiarazione comune contro la violenza di matrice religiosa
04 dicembre 2015
È stata firmata ieri a Napoli dai responsabili delle chiese cristiane, delle diverse comunità e organizzazioni religiose
Ieri, 3 dicembre, in una delle sale della Curia arcivescovile di Napoli, in Largo Donnaregina, i responsabili delle chiese cristiane (cattolica, greco ortodossa, ortodossa russa, ortodossa rumena, luterana, anglicana, battista, metodista, valdese, apostolica italiana, avventista, esercito della salvezza), delle diverse comunità religiose (ebraica, islamica, Baha’i, buddista) e organizzazioni religiose (Amicizia ebraico-cristiana, Comunità di S. Egidio, Segretariato attività ecumeniche, Movimento del Focolare, Gruppo interconfessionale attività ecumeniche), presenti nella città di Napoli, hanno firmato una Dichiarazione comune contro la violenza di matrice religiosa.
«Siamo sgomenti di fronte alle tragiche vicende di questi ultimi giorni, agli atti di violenza terroristica che hanno colpito tanti innocenti per un odio sostenuto con il blasfemo ricorso al nome di Dio. Le stragi compiute con l’abbattimento dell’airbus russo il 31 ottobre, nei mercati di Beirut il 12 novembre, a Parigi il 13 novembre lasciano in noi amarezza e sdegno».
La dichiarazione prosegue affermando che tali atti violenti sono purtroppo accaduti «abusando del nome di Dio per uccidere, distruggere vite umane e la convivenza civile in nome di un’oscura ideologia, quella di Daesh, il sedicente Stato Islamico, che non trova alcuna giustificazione nemmeno nella fede musulmana vissuta pacificamente da tante persone».
Il documento prosegue poi con «la più ferma e convinta condanna di ogni violenza contro la persona umana, contro il creato, contro le testimonianze storiche delle diverse culture, soprattutto quando azioni violente e discriminatorie vengono perpetrate in nome di Dio.
Vogliamo insieme confermare il comune impegno per la crescita di una società giusta, accogliente, rispettosa della persona umana, delle differenze culturali e delle tradizioni religiose che possono essere attestate in piena libertà. (…) La nostra fede, pur nelle diverse tradizioni religiose, può e deve contribuire alla costruzione di una società che cerca il bene comune nel rispetto della persona umana e delle istituzioni democratiche. Perciò ribadiamo il nostro impegno a curare e diffondere tra noi amicizia e collaborazione arginando sul nascere sentimenti di intolleranza che possono nascere di fronte alla violenza di terroristi che ottengono il risultato sperato proprio quando riescono a infondere sentimenti di odio, di vendetta, di intolleranza. Nessuno nelle nostre comunità verrà incoraggiato a coltivare tali sentimenti e come responsabili e guide rinnoviamo il nostro impegno a condannare e a denunciare orientamenti e atti violenti che cerchino giustificazione nella propria».