Dio giudice o misericordioso?
30 novembre 2015
Un giorno una parola – commento a Isaia 54, 8
«In un eccesso d’ira, ti ho per un momento nascosto la mia faccia, ma con un amore eterno io avrò pietà di te», dice il Signore, il tuo salvatore
(Isaia 54, 8)
È per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio
(Efesini 2, 8)
Che il Dio biblico sia nello stesso tempo un Dio che punisce e un Dio ricco di misericordia e di benevolenza non è una novità: tutte le pagine dell’Antico Testamento ci presentano questi due volti di Dio. Meglio, tutte le pagine della Bibbia ci parlano della misericordia e del giudizio di Dio. Per i frequentatori della Bibbia questo duplice aspetto non costituisce una novità. Alla luce di questa semplice considerazione, guarderemo al Giubileo in arrivo con attenzione: si parlerà soltanto del Dio misericordioso, o anche del Dio giudice? Si può annunciare l’uno senza l’altro?
Presentare soltanto un aspetto della natura di Dio è sempre insufficiente. Noi non conosciamo soltanto il Dio ricco di misericordia, ma anche il Dio che giudica e punisce. Come conciliare questa specie di contraddizione nella stessa realtà divina? La risposta ci viene dall’esperienza dei credenti vissuta nel tempo e legata ad una parola dello stesso Dio.
Il testo di Isaia parla dell’ira di Dio, ma usa più espressioni che la limitano, una di misura: «in un eccesso d’ira», l’altra di tempo: «per un momento ho nascosto la mia faccia»; poi una di qualità per indicare il contrasto: «con un amore eterno avrò pietà di te». Vale a dire: il giudizio di Dio c’è, ma vale «per un momento» e per «un eccesso d’ira» limitato; mentre l’amore (parola che esprime la qualità di Dio) viene descritto con l’aggettivo di qualità: «eterno». C’è una bella differenza fra i due momenti. L’apostolo Paolo aveva buone ragioni per dire: «dove il peccato è abbondato, la grazia è sovrabbondata» (Romani 5, 20). Ma questa visione così sproporzionata ha radici antiche: «punisco l’iniquità dei padri… fino alla terza o quarta generazione», e «uso bontà fino alla millesima generazione di quelli che mi amano…» (Esodo 20, 5s.). Si tratta, infatti, del secondo comandamento.