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Venti dal Nord Europa

La Commissione europea ha ribadito una comune strategia d’azione sui flussi migratori

Fonte Mediterranean Hope
di Marta Bernardini e Francesco Piobbichi*

A Lampedusa ci si aspetta una tempesta che, come tutte le tempeste qui sull’isola, arriverà da lontano, confonderà la vista e influenzerà le normali attività dell’isola. Venti fino a 45 nodi in arrivo da nord-ovest. Chi conosce Lampedusa sa in che misura i venti condizionino lo svolgimento della vita dell’isola. Lampedusa, senza traghetto che la colleghi a Porto Empedocle, ancora una volta si stringerà su se stessa e cercherà di superare i giorni di isolamento aspettando che la tempesta passi, i venti si calmino e il tiepido autunno riavvolga le coste di questo scoglio in mezzo al Mar Mediterraneo. Almeno fino alla prossima tempesta.

Intanto a Bruxelles altri sono i venti che continuano a spirare ormai da tempo. Si parla di fermare gli arrivi, rafforzare la difesa dei confini, assicurare i rimpatri. Appena sei giorni fa, infatti, la Commissione europea si è riunita per ribadire una comune strategia d’azione per affrontare i flussi migratori.

Analizzando il rapporto pubblicato dalla Commissione Europea sui progressi nell’attuazione della agenda UE sull’immigrazione è possibile evidenziare quelle che sono le linee guida adottate a livello europeo. Il primo punto prevede l’attivazione degli hotspot in Italia e in Grecia. Per essere completamente operativi questi centri necessiteranno del sostegno dell’Agenzia per il controllo delle frontiere esterne Frontex ed Easo che si concretizzerà nell’impiego di 775 nuovi operatori per quanto riguarda l’agenzia Frontex, compresi tra guardie di confine, agenti che si occuperanno delle procedure di identificazione, chiamati screeners e de-briefers, e interpreti, e 370 esperti impiegati dall’agenzia Easo. Inoltre, nel documento si fa riferimento alla necessità di aumentare la capacità di accoglienza degli hotspot in Italia, al fine di ospitare i richiedenti asilo prima che vengano ricollocati. Si passerebbe così dagli attuali 1.500 posti a 2.500 in un prossimo futuro.

La strategia europea che prevede il ricollocamento dei profughi attraverso il sistema delle quote ha però nei rimpatri un elemento chiave del suo funzionamento. L’Italia ha già rimpatriato 28 tunisini e 35 egiziani in settembre e per ottobre sono previste altre operazioni di rimpatrio. Non sappiamo se queste persone abbiano avuto modo di far valere la loro storia individuale e richiedere protezione, così come accadde per le oltre 20 ragazze accolte a Lampedusa e poi rimpatriate in Nigeria dal Cie di Ponte Galeria a Roma. E’ sempre in quest’ottica che l’Unione Europea si appresta a rafforzare la collaborazione con i paesi africani di modo da rendere più frequenti operazioni di questo tipo. Chiaramente espresso nell’ultimo rapporto, questo punto sarà implementato anche attraverso un sostegno economico ai partner extra-europei. Per esempio, dovrebbe essere di circa 3 miliardi e 300 milioni il contributo concesso alla Turchia del premier Erdogan per fermare il flusso di migranti che negli ultimi mesi ha attraversato l’Europa dell’est.

Infine in un altro passaggio significativo del documento è ribadita la proposta di creare un sistema integrato per il controllo dei confini terrestri e marittimi – European Border and Coast Guard System – che si andrà ad aggiungere alle operazioni militari congiunte a livello europeo Eunavformed Med e Triton.

Ancora una volta quindi Lampedusa attende l’arrivo dei prossimi eventi che porteranno con sé crescenti novità e preoccupazioni. Nonostante a livello europeo si cerchi di favorire il coinvolgimento delle realtà locali fino al più basso livello di governo, in questo caso le decisioni prese altrove potrebbero incidere sulla piccola comunità di Lampedusa che non è stata né informata né coinvolta.

Inoltre come è stato più volte sottolineato in questi giorni da giornalisti, esperti di diritto e attivisti il nuovo sistema pianificato e implementato dall’UE sta costringendo molti migranti alla clandestinità e alla più totale precarietà, compromettendo così il diritto di queste persone a richiedere l’asilo o altre forme di protezione.

Comprendere oggi il funzionamento delle leggi europee in tema di immigrazione non è una cosa semplice ed è per questo che sentiamo da Lampedusa il bisogno di avviare una discussione che possa fornire, a tutti, i giusti argomenti per comprendere quello che sta avvenendo sull’isola e nel resto del continente europeo. Il Forum Lampedusa Solidale ha sentito l’esigenza di avere un momento di riflessione per discutere insieme sui cambiamenti nel sistema d’accoglienza italiano ed europeo e cosa esso possa comportare per tutti noi. Ci apprestiamo quindi a scrutare l’orizzonte e ascoltare quello che il vento deciderà di portarci.

*con la collaborazione di Alberto Mallardo e Alice Fagotti, operatori di MH Lampedusa.

Foto Matteo De Fazio/Radio Beckwith

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