La misericordia di Dio
08 ottobre 2015
Un giorno una parola – commento a Osea 6, 6
Così parla il Signore: «Poiché io desidero bontà, non sacrifici, e la conoscenza di Dio più degli olocausti».
Osea 6, 6
L’amore sia senza ipocrisia. Aborrite il male e attenetevi fermamente al bene. Quanto all’amore fraterno, siate pieni di affetto gli uni per gli altri. Quanto all’onore, fate a gara nel rendervelo reciprocamente
Romani 12, 9-10
Difficile non essere d’accordo. I sacrifici sono cose d’altri tempi: poveri animaletti immolati sugli altari, derrate alimentari bruciate per far piacere a questa o quella divinità, beni di lusso cui si rinuncia con dolore per placare un qualche iracondo essere superiore.
Non sono cose che ci riguardano, noi donne e uomini moderni abbiamo superato questa fase, crediamo chiaramente in un Dio che è oltre la materialità, oltre le richieste di doni concreti e tangibili. D’istinto ci sentiamo già più in sintonia con la richiesta del Signore: la nostra vita di fede sia basata sulla misericordia, sulla ricerca costante e quotidiana della volontà di Dio.
Eppure, eppure... il sacrificio come base del nostro rapporto con Dio ha il suo fascino, anche per noi oggi, perché alla fin fine il sacrificio ti dà la stessa tranquillità, la stessa sicurezza di un contratto. È pur vero che io devo rinunciare a qualcosa, ma a quel punto anche la divinità cui mi rivolgo è legata alle condizioni che ho posto: certo, io ci ho rimesso un agnellino per donarlo a te, ma adesso, caro Giove Pluvio, devi garantirmi la giusta quantità di pioggia per i miei campi. Certo, io impegno il mio tempo, un po’ (senza esagerare, per carità) delle mie risorse, addirittura le mie preghiere, ma adesso, caro Dio, devi fare ciò che ti ho chiesto: mi sono sacrificato per te, ora mantieni l’impegno contrattuale che ho stabilito con te.
Il sacrificio ha il suo fascino, perché è preciso, sono ben chiari diritti e doveri dei contraenti. Misericordia e conoscenza di Dio invece non possono che basarsi su un rapporto di fiducia. Io mi fido che Dio agirà con misericordia nei miei confronti non perché deve, ma perché vuole e perché ha promesso che il suo atteggiamento nei miei confronti non cambierà e soprattutto non sarà in alcun modo influenzato dai doni che potrei mai offrirgli. Dio si offre alla mia conoscenza non perché ho pagato il biglietto, ma perché lui per primo cerca una relazione autentica con l’umanità. A partire dalle scelte che Dio stesso ha compiuto può chiedere a me di testimoniare con la mia bontà la misericordia con cui Egli mi ha incontrato; e può chiedermi di cercarlo in ogni momento della mia vita, perché posso fidarmi che Egli non sarà mai lontano da me.