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Il ricordo delle grandi cose compiute da Dio

Un giorno una parola – commento a Deuteronomio 11, 7

Poiché i vostri occhi hanno visto le grandi cose che il Signore ha fatte.
(Deuteronomio 11, 7)

Quel che abbiamo visto e udito, noi lo annunziamo anche a voi, perché voi pure siate in comunione con noi
(I Giovanni 1, 3)

Vedere e ricordare costituiscono gli elementi fondamentali della memoria e ci consentono di esprimere nelle nostre azioni la profondità dell’esperienza di Dio.

Il tempo del deserto è terminato e la terra promessa si stende davanti al popolo, che si trova sul territorio di confine tra passato e avvenire. La memoria dell’agire di Dio richiede responsabilità e capacità critica nelle scelte: Guardate, io metto oggi davanti a voi la benedizione e la maledizione. (Deuteronomio 11,26).

La decisione per l’una o per l’altra avviene, tuttavia, nel ricordo vivo dell’agire amorevole di Dio, che ha già indicato con chiarezza il cammino della giustizia e della fedeltà. I loro occhi hanno visto le opere di liberazione compiute dal Signore. Il ricordo degli eventi memorabili è già scolpito sulle tavole dei Comandamenti.

La nostra vita non è schiava della casualità o di un destino immutabile. Non è la storia che porta noi né siamo noi che abbiamo l’ultima parola sulla storia. Il nostro sguardo critico osserva e considera gli eventi umani sotto la persistente gioiosa visione delle opere liberatrici del Signore.

Il cammino dell’umanità per le cristiane e i cristiani non può prescindere dal ricordo attivo delle grandi cose che il Signore ha fatte. L’opera più grande è la salvezza in Gesù Cristo. Il Signore ha varcato il confine tra cielo e terra ed è intervenuto nella storia con Gesù Cristo. L’ultima parola è il sì di Dio in Cristo. Ecco cosa ricordiamo e speriamo anche nel nostro tempo: io non sono venuto a giudicare il mondo, ma a salvare il mondo (Giovanni 12, 47).

Foto: "Mont Blanc from Aosta Valley" di Ximonic, Simo Räsänen - Opera propria. Con licenza CC BY-SA 3.0 tramite Wikimedia Commons.