Riapre la chiesa del miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci
29 giugno 2015
A pochi giorni dall’attentato incendiario. Indagini in corso anche se pare chiara la firma del gruppo “Prize tag” legato ai coloni ebraici
A pochi giorni dall’attentato incendiario che ne ha danneggiato il chiostro e ha ferito due persone, la chiesa del miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci ha riaperto i battenti domenica in occasione della messa.
Come riportato dall’agenzia stampa Fides sono migliaia le persone che si sono riunite dentro e fuori le mura di uno dei luoghi più ricchi di significato per un credente cristiano. Non sono mancati i cori e le dimostrazioni di protesta, rivolte in particolare verso quelli che parrebbero esseri gli autori del rogo doloso: gli estremisti israeliani di “Prize tag”, movimento vicinissimo ai coloni e alle loro rivendicazioni territoriali e teologiche. Sulle pareti della chiesa che sorge sulle rive del lago di Tiberiade sono state infatti rinvenute scritte in ebraico che riportano il passaggio di una preghiera recitata tre volte al giorno dagli ebrei praticanti, in cui si chiede a Dio di annientare gli idoli e i pagani. Si tratta della stessa modalità già riscontrate in altre azioni simili compiute negli ultimi anni a danni di chiese, monasteri e cimiteri cristiani. Le indagini al momento non hanno però ancora condotto a esiti significativi.
Alla celebrazione di domenica ha partecipato anche il vice-ambasciatore statunitense in Isrraele, William Grant, e la comunità benedettina residente nel santuario ha ricevuto delegazione druse e musulmane venute a portare la propria solidarietà.
Per modalità di esecuzione, l'attacco intimidatorio alla chiesa di Tabgha è assimilabile alle numerose profanazioni compiute da gruppi di coloni ebrei estremisti a danno di monasteri, chiese e cimiteri cristiani a partire dal febbraio 2012. Da allora, siglandosi spesso con la formula “il prezzo da pagare” (price tag), militanti oltranzisti di gruppi vicini al movimento dei coloni hanno portato attacchi anche contro moschee frequentate dagli arabi palestinesi di religione islamica.