«Io vi darò riposo»
10 giugno 2015
Un giorno una parola – commento a Matteo 11, 28
I miei peccati mi pesano e non posso più guardarli. Sono più numerosi dei capelli del mio capo e il mio cuore vien meno! Liberami, o Signore! Affrettati in mio aiuto!
(Salmo 40, 12-13)
«Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo»
(Matteo 11, 28)
Gesù spesso si trovava a contendere con scribi e farisei. Una volta li accusò di opprimere coloro che cercavano piamente la faccia di Dio con “pesi che nemmeno loro osavano alzare neppure con un dito” (cfr. Matteo 23, 4).
In pratica, l’osservanza della legge Mosaica era stata ridotta a stanchi e ripetitivi rituali, svuotata di ogni senso e, come poi dirà l’apostolo Paolo, di ogni efficacia (cfr. Romani 7).
Gesù stesso, poi, si proponeva come completamento della Legge nel segno dell’amore e della misericordia (cfr. Matteo 5, 17).
Col versetto di oggi Gesù si rivolgeva agli affaticati dagli affanni della vita: la sua era una proposta nuova per l’umanità, una proposta di grazia e di misericordia: “Voi che cercate la pace con Dio, l’avete trovata in me; voi che cercate ristoro l’avete trovato in me; per voi che volete sentirvi liberi dal peccato, lo realizzerete in me”.
Ecco l’invito ad entrare nel riposo del Signore, a godere dei quella pace che l’uomo non può dare… quella pace con la quale il Risorto salutava i suoi dopo la risurrezione.
Non a caso Giovanni il Battista disse che Gesù era “Colui che toglie il peccato dal mondo” (cfr. Giovanni 1, 29).
Non a caso l’Apocalisse ci racconta delle grandi lodi e della gioia di coloro che “avevano lavato le loro vesti col sangue dell’agnello” (Apocalisse 7, 9-14).
Non a caso l’annuncio pasquale risuona ancora oggi in tutta la sua forza.