La presenza di Dio accanto a noi è per sempre
06 maggio 2015
Un giorno una parola – commento a Salmo 27, 10
Qualora mio padre e mia madre m’abbandonino, il Signore mi accoglierà
(Salmo 27, 10)
Cristo dice: «Ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell’età presente»
(Matteo 28, 20)
Ricordo di aver visto una volta un breve video che presentava la testimonianza di un cristiano che a motivo della sua fede era stato ripudiato da tutti i suoi famigliari: la sua conversione alla fede cristiana era considerata peggiore della morte. Mi veniva da pensare: che coraggio!
Forse, però, in quell’uomo a farla da protagonista non era la voglia incrollabile di essere eroico, quanto la fiducia in quelle promesse che la Scrittura rinnova in più occasioni. Nessuno di noi desidererebbe trovarsi a dover scegliere tra padre, madre, fratelli o compagni di vita, da un lato, e la propria fede, dall’altro. Eppure quand’anche i legami più intimi dovessero sfaldarsi, ci viene promesso un legame ancora più profondo, che non ci lascia neanche quando tutti ci abbiamo lasciati. La promessa di questa presenza di Dio non è solo per un tempo, ma per tutto il nostro tempo, per tutti i giorni che noi possiamo contare. Gesù si rivolge a quanti ascoltano la sua voce per garantire loro la sua vicinanza, in modo tale che anche quando dovessero essere soli, possano sapere di non esserlo.
Continuo a pensare che in un tempo in cui, di fatto, non siamo mai da soli e irraggiungibili – con tutto il nostro armamentario di social network, tablet e cellulari sempre squillanti – la grande contraddizione sia quella di vedere tante persone profondamente sole. Le promesse del Salmo e la voce di Cristo parlano anche alle molti solitudini del nostro tempo: Dio ci viene incontro perché non soffriamo l’abbandono, ma sperimentiamo la sua accoglienza, perché non ci sentiamo lasciati a noi stessi nel nostro tempo, ma possiamo viverlo tutto quanto sotto il suo sguardo.