Inaugurato il museo del Servizio Cristiano di Riesi
27 aprile 2015
Il direttore Gianluca Fiusco: «Una memoria riscoperta: foto, didascalie, immagini, suoni, strumenti che ripercorrono più di 50 anni della vita di un territorio»
Domenica mattina al Servizio Cristiano di Riesi. Giornata splendida. È l’indomani della festa della Liberazione, 26 aprile 2015. All’inaugurazione del Museo del Servizio Cristiano hanno preso parte le Istituzioni di Riesi con in testa il Sindaco Salvatore Chiantia.
Riceviamo anche la lettera del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella che con queste parole si esprime: «Conosco bene il valore della Vostra opera, fondata da Tullio Vinay, in campo educativo, culturale e sociale. Una missione che, anche grazie al contributo dell’architetto Leonardo Ricci, rappresenta un punto di riferimento e di speranza in una zona dell’entroterra siciliano segnata da una storia di emigrazione e di mafia».
Ma perché un museo?
Non certo per cristallizzare il passato, ma per dimostrare che anche dal passato si può avviare un nuovo inizio. Le architetture di Ricci sono state quasi del tutto restituite al loro antico splendore, ma sono certamente gli interni che possono e debbono essere concepiti come luoghi in evoluzione, contesti in cambiamento.
Il museo ospita la storia della missione del Servizio Cristiano, l’utopia dell’Agape che il Pastore Vinay annunciava con la parola e con l’impegno. Ma anche la storia dell’architettura con un percorso che parte da Agape ed arriva a Riesi. E poi una storia sconosciuta o quasi, raccontata di recente da Paola Vinay, figlia di Tullio nel suo “Testimone d’Amore” (Ed. Claudiana), la storia di Fernanda Teodori e delle donne che hanno costruito e animato il Servizio Cristiano.
Uno spazio che ha fatto scorrere più di qualche lacrima alle centinaia di persone, da Riesi e non solo, che hanno condiviso l’inaugurazione del Museo. Uno spazio che deve essere considerato dinamico, in cui la storia non viene lasciata alla polvere del passato, ma restituita al presente come elemento vivo, dinamico, propulsivo.
L’allestimento sarà quindi in continuo cambiamento ed anche il Museo è già pronto ad ospitare altri segnali dell’impegno umano, culturale e sociale del territorio. Associazioni, artisti, scuole hanno a disposizione un Museo che è l’unico nel territorio urbano di Riesi ed uno dei pochissimi dell’entroterra siciliano.
Realizzato in parte con fondi Otto per Mille in parte con risorse proprie, accantonate dal Servizio Cristiano.
Una memoria riscoperta quella che i riesini hanno trovato già ieri mattina: foto, didascalie, immagini, suoni, strumenti che ripercorrono più di 50 anni della vita di un territorio e che restituiscono vita a quel che vita non aveva più perché dimenticato.
Se dovessi usare un esempio prenderei esattamente la cronaca del disastro delle vie comunicazione siciliane, dei ponti crollati. Questi disastri, mentre hanno rallentato la comunicazione tra diverse parti dell’isola, hanno permesso di riscoprire una Sicilia dimenticata: di quella Sicilia che è abbarbicata sulle Madonie, o giù nelle vallate dell’Himera. Ecco, il museo del Servizio Cristiano ripercorre quelle mulattiere della memoria, dimenticate, in cui l’erba ha trovato rifugio e la pioggia pozzanghere. Ma vie indispensabili mentre la modernità vorrebbe stratificare ogni giorno la memoria volatile di quel che compare sulla bacheca di un social e in dieci minuti, forse meno, è già dimenticato.
Alle manifestazioni ha preso parte il Moderatore della Tavola Valdese, Eugenio Bernardini, oltre a diversi rappresentanti dei Comitati Esteri del Servizio Cristiano.