«Basta odio»
17 aprile 2015
Il presidente dell’Unione delle Comunità musulmane in Italia Ezzedine Elzir esprime solidarietà per i cristiani gettati in mare. La notizia attende ancora conferme
Solidarietà e dolore in nome dell’unico Dio per i 12 cristiani gettati in mare. A esprimerla è Ezzedine Elzir, presidente dell’Unione delle Comunità musulmane in Italia (Ucoii). «Siamo in attesa di avere notizie confermate - dice subito interpellato dal Sir - perché purtroppo spesso queste notizie non trovano riscontri. Fatta questa premessa, esprimiamo tutta la nostra solidarietà per le 12 vittime di ieri, ma anche per tutti i morti di questi giorni nel mare. Ogni giorno piangiamo decine e decine di morti. Il mio invito ripete quanto detto da papa Francesco alcuni giorni fa sulla cultura dell’indifferenza. Sta a noi combatterla». «Se è vera questa notizia - aggiunge l’imam -, possiamo dire oggi di essere arrivati al fondo della disumanità. Siamo alla guerra tra poveri, tra disperati». Pur immaginando la disperazione di quelle ore sul barcone, il rappresentante dei musulmani italiani non riesce a capire come si può essere gettati in mare per una preghiera. E precisa: «Non ci può essere corrispondenza tra la preghiera a un Dio e l’uccisione di una persona. Anzi è proprio nei momenti più difficili e disperati che dovrebbe scattare una maggiore solidarietà».
Ma può dar fastidio a un islam integralista una preghiera rivolta al nome di Gesù? «Gesù per i musulmani - ricorda Elzir - è un grande profeta, portatore di un grande messaggio del Signore, come lo è il profeta Muhammad e come lo sono Mosè e Abramo». Poi aggiunge: «I musulmani pregano solo Dio. Ma attenzione: anche i nostri fratelli cristiani che vivono in Palestina, in Siria, in Giordania e pregano in arabo, invocano in arabo il nome di Dio con il termine Allah». La vicenda comunque non appare chiara. «Mi chiedo: siamo veramente certi che hanno buttato tutti cristiani? E come hanno fatto in quella situazione estrema a capire chi era cristiano e chi no? Ci sono tante cose ancora da chiarire». Al momento però una cosa è certa, prosegue l’imam, «chi ha compiuto un gesto simile è un criminale e non dobbiamo ora attribuire né all’Islam né all’immigrazione quanto è successo. Non è per colpa di un criminale che dobbiamo ora vedere il mondo degli immigrati come criminale. Sarà la legge a giudicarli e alla magistratura fare chiarezza. Noi non dobbiamo cedere alla propaganda politica ed elettorale. A tutti oggi diciamo basta odio perché generare odio su odio non conviene a nessuno».
Fonte Sir