Beni comuni. Oggi si costituisce ufficialmente l'Osservatorio sull'acqua e i beni comuni
16 aprile 2015
Tra i soci fondatori la Federazione delle chiese evangeliche in Italia
Con la sottoscrizione dello Statuto, oggi, giovedì 16 aprile, a Roma, si costituirà ufficialmente l'Osservatorio popolare sull'acqua e i beni comuni. Soci fondatori di questa nuova associazione sono la Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), Acqua bene comune onlus, A Sud Ecologia e Cooperazione, Arci, Attac Italia, Fondazione Basso, e Yaku onlus. La costituzione dell'Osservatorio è stata anticipata lo scorso 22 marzo, Giornata internazionale dell'acqua, con l'incontro “La democrazia dell'acqua e dei beni comuni”, tenutosi presso la sede della Fondazione Basso. L’Osservatorio nasce dall’esperienza decennale del Forum italiano dei movimenti per l’acqua. Come spiegano i soci fondatori: «Il tema dell’acqua rappresenta uno dei nodi strategici dell’attuale crisi del modello neoliberale: quello del controllo delle risorse in una fase di crisi strutturale insieme economico-finanziaria, sociale e ambientale. Per le sue stesse caratteristiche di componente essenziale del corpo umano, necessario quindi alla sua sopravvivenza, l’acqua è un elemento di immediata chiarificazione del conflitto in corso, perché la sua mercificazione rende manifesta, più di ogni altra forma di privatizzazione, la sottrazione di diritti e la totale sudditanza della vita di fronte al profitto». L'intento dell'Osservatorio è dunque quello di opporsi al «modello neoliberale che, per potersi perpetuare, ha la necessità di consegnare al mercato l’intera vita delle persone, mercificando e privatizzando tutti i beni e i servizi» con la promozione di una mobilitazione sociale che sottragga questi beni e servizi comuni al terreno della finanziarizzazione, rivendicandone la riappropriazione sociale. «In questo senso – aggiungono i soci fondatori -, la proposta di un osservatorio, pur avendo il suo baricentro sul tema dell’acqua, deve contemplare la progressiva estensione della propria attività all’intera tematica dei beni comuni, come strumento di analisi, documentazione e riflessione su questo nuovo paradigma e sulle potenzialità di trasformazione sociale che il suo dispiegamento implica». Una battaglia non solo per l'acqua ma anche per la qualità della democrazia.
Fonte Nev