Nessuno ne parla: cliccate qui per scoprire la verità
10 aprile 2015
Il fenomeno del clickbait
Non solo su internet si trova di tutto, ma tutto ha un nome. Ad esempio esistono le "esche da clic" o clickbait.
Molti usano Facebook e Twitter al posto del giornale. Ecco perché i media tradizionali fanno di tutto per essere social: per apparire tra i titoli che scorrono davanti agli occhi dell'internauta.
La mole d'informazioni è tale, però, che non si riescono ad aprire tutti i link proposti sulla Timeline. Molti scorrono i post, come farebbero con i titolo di un giornale, appunto.
Ecco che bisogna attirare il dito dell'utente sul proprio link e solitamente si usano due strategie. La prima e più onesta è scegliere un titolo accattivante: poche parole che richiamano e allo stesso tempo incuriosiscono il lettore. La seconda e più spregiudicata è quella di mettere un'esca che nasconda completamente quello che c'è dietro. E dietro un'esca a volte c'è un malefico amo.
Per fare un esempio, posso titolare il post: "La prima volta di un papa in una chiesa valdese" oppure "Non crederai mai a quello che potrebbe succedere: clicca qui!" Entrambi i titoli potrebbero riferirsi allo stesso post, ma il primo interagisce con gli interessi specifici del lettore, mentre il secondo gioca sulla sua curiosità, quella stessa curiosità che porta il pokerista a vedere il punto dell'avversario, una curiosità che potrebbe costare cara.
Ma come, Internet non è gratis? Sostanzialmente sì, ma per alcuni può essere lucrativa. A seconda dei clic che una pagina riceve, potrebbe aumentare l'appetibilità per eventuali inserzionisti, che pagano.
Anche il titolo più descrittivo può essere un'esca: non è detto infatti che valesse la pena leggere l'articolo segnalato. Tuttavia, è come se ordinassi un piatto di spaghetti mal cucinato: era venuto male, ma non mi hanno portato una pietra; sempre di spaghetti si trattava.
Il clickbait può avere anche conseguenze disastrose. Mai cliccare sui post che dicono: «Vuoi scoprire come guadagnare tanti soldi? Clicca qui!». C'è il rischio di incappare in virus, cavalli di troia, worm e spyware, e dunque di fare parecchio male al computer.
Alcuni diranno: «Ma nessuno ci cliccherà!». Se nessuno ci cliccasse, però, queste esche non girerebbero.
Il clickbait è però anche un modo sgarbato di segnalare i post. Nell'uso di Facebook e Twitter è bene specificare in qualche maniera il vero oggetto dei post. È rispettoso nei confronti dell'interlocutore e serve anche a instaurare fiducia.
Avevate mai sentito parlare dei clickbait? Visto che avete fatto bene a cliccare qui? Non ve ne aveva infatti parlato nessuno!
...o forse, non ancora.