Sfogliando i giornali dell'8 aprile
08 aprile 2015
Le manifestazioni in Kenya, il ritiro delle carte temporanee dei Rohingya in Myanmar, negli Usa un poliziotto è accusato di aver ucciso un nero disarmato, la Francia rende disponibili i propri archivi di stato sul genocidio in Ruanda, l'uccisione di quindici poliziotti in Messico
01 – Kenya, manifestazioni contro il terrorismo dopo i fatti di Garissa
Ieri in Kenya si sono tenute due marce contro il terrorismo e per la sicurezza nazionale: alcune migliaia di persone si sono riunite a Nairobi, la capitale dello stato, e a Garissa, dove la scorsa settimana un gruppo di miliziani della formazione terroristica Al-Shabaab ha attaccato un campus universitario uccidendo 147 persone. Nel corteo di Garissa, organizzato nell’ultimo giorno del lutto nazionale proclamato dal presidente Uhuru Kenyatta, hanno sfilato insieme cittadini musulmani e cristiani, che hanno preso l’impegno di cooperare tra di loro e con le forze dell’ordine per «fare terra bruciata» intorno ai miliziani di Al-Shabaab che potrebbero nascondersi nella comunità di Garissa, ma anche per chiedere maggiore efficienza alla politica e alle forze di sicurezza. Alla manifestazione sono seguite veglie di preghiera interconfessionali nella capitale Nairobi.
02 – Myanmar, comincia oggi il ritiro delle carte temporanee dei Rohingya
Le autorità del Myanmar hanno avviato oggi il processo di ritiro delle cosiddette “carte bianche”, documenti temporanei d’identità per minoranze ritenute straniere, come i musulmani Rohingya dello stato del Rakhine. Le “carte bianche” sono scadute lo scorso 31 marzo, quando il presidente Thein Sein ha ceduto alle pressioni dei gruppi nazionalisti buddhisti, che si erano opposti a una proroga della validità dei documenti che avrebbe permesso ai titolari di votare in un referendum sulle modifiche della costituzione previsto per il mese appena iniziato. Le carte bianche sono almeno 700.000, in possesso soprattutto di membri della minoranza musulmana dei Rohingya, considerati dal governo birmano come immigrati clandestini provenienti dal Bangladesh.
03 – Stati Uniti, un poliziotto accusato di aver ucciso un nero disarmato
A North Charleston, in South Carolina, un poliziotto bianco è stato accusato di aver ucciso un cittadino nero disarmato che stava cercando di scappare. Il fatto si è verificato durante lo scorso fine settimana, ma la svolta nelle indagini è arrivata soltanto questa mattina. Le accuse, infatti, sono state formulate dopo la pubblicazione da parte del New York Times di un video che mostra l’agente, Michael Slager, sparare 8 colpi di pistola alla schiena a Walter Scott, un cinquantenne afroamericano fermato per un controllo perché aveva un fanale dell’auto rotto. Il poliziotto ha dichiarato di aver sparato perché durante la perquisizione Scott gli aveva cercato di rubare la pistola taser e temeva per la sua incolumità. Il filmato girato da un passante e consegnato al New York Times mette invece in dubbio questa ricostruzione.
04 – Ruanda, la Francia rende disponibili i propri archivi di stato sul genocidio
Il segretario generale della presidenza francese, Jean-Pierre Jouyet, ha deciso di rimuovere il segreto di stato dagli archivi che trattano del Ruanda negli anni compresi tra il 1990 e il 1995. Questa decisione, che arriva nella settimana che segna il ventunesimo anniversario del genocidio ruandese, mira a chiarire la posizione di Parigi, accusata sin da subito di aver protetto gli autori del massacro, rinunciando nei fatti al proprio ruolo di guida dell’Opération Turquoise, la missione umanitaria che avrebbe dovuto impedire lo sterminio di quasi un milione di persone di etnia tutsi avvenuto nell’aprile del 1994. Con una lettera aperta pubblicata ieri mattina, il quotidiano francese Libération aveva criticato duramente il «silenzio della Francia» e la mancata partecipazione dei vertici politici di Parigi alle commemorazioni, considerandole un’implicita ammissione di responsabilità, seppur indiretta.
05 – Messico, quindici poliziotti uccisi in un’imboscata nello stato occidentale di Jalisco
In Messico quindici poliziotti sono stati uccisi e altri cinque sono rimasti feriti in un’imboscata nello stato occidentale di Jalisco. Gli agenti sono stati attaccati da un gruppo di uomini armati mentre si trovavano nella città di San Sebastian del Oeste, nei pressi della località turistica di Puerto Vallarta. Si tratta di uno dei peggiori attentati contro le forze di sicurezza da quando il presidente Enrique Peña Nieto è salito in carica nel dicembre del 2012 con la promessa di riportare l’ordine nel paese. Lo stato di Jalisco è uno tra i più violenti del Messico: dall’inizio dell’anno sono almeno 900 le vittime, mentre dall’inizio della guerra tra i cartelli del narcotraffico, cominciata alla fine del 2006, circa 100.000 persone hanno perso la vita in Messico.