Predicare la fede con parole e azioni
26 marzo 2015
Un giorno una parola – commento a Isaia 51, 16
Io ho messo le mie parole nella tua bocca e ti ho coperto con l’ombra della mia mano
(Isaia 51,16)
Non temere, ma continua a parlare e non tacere; perché io sono con te
(Atti degli apostoli 18, 9-10)
Mi ricordo bene le esercitazioni omiletiche che facevamo nella Facoltà teologica metodista in Germania dove ho studiato. La prima domanda dopo la predicazione era sempre: “Il candidato ha predicato il testo?”. Mi sembrava molto strana questa domanda. Solo dopo mi sono resa conto di quanto sia facile perdersi e predicare le proprie idee invece della Parola di Dio.
Dio ci invita – non solo i predicatori full time, ma tutti i credenti – a portare le sue parole nel mondo e ci assicura della sua vicinanza. Ci assicura di farci ombra con la sua mano, di aiutarci in ogni modo possibile se solo portiamo questa sua parola ai destinatari, cioè a tutta l’umanità.
Chi ha esperienza in questo campo sa che non è un impegno facile. Talvolta ci vengono rivolte accuse dall’esterno, spesso lottiamo con dubbi interiori. E Dio ci assicura, come faceva con l’apostolo Paolo: Non temere, ma continua a parlare e non tacere; perché io sono con te (Atti degli apostoli 18, 9-10)
Quando John Wesley, fondatore della chiesa metodista, si ritrovò in una profonda crisi spirituale disse a se stesso: “Smetti di predicare! Come puoi predicare ad altri se tu stesso non hai fede?”. Poi, scrive nel suo diario, domandò al pastore moravo Peter Böhler se avesse dovuto smettere di predicare, ed egli replicò: “In nessun caso”. Wesley domandò: “Che cosa posso predicare?” e Böhler gli rispose: “Predica la fede fino a quando l’otterrai e quindi predicherai la fede perché ce l’hai”.
Questo è il nostro compito: predicare la fede con parole e azioni, portare il messaggio di Dio nel mondo, e non temere, perché Dio è con noi.