Il 22 giugno, a Torino, papa Francesco in visita alla Chiesa valdese
25 marzo 2015
Prima volta per un pontefice. Il moderatore Eugenio Bernardini: «un gesto di fraternità in una nuova stagione ecumenica»
La data è fissata, così come il programma di questa visita che è difficile non definire storica. Il 22 giugno papa Francesco entrerà nel Tempio valdese di Torino, che sorge nel centralissimo Corso Vittorio Emanuele, per salutare la comunità riformata più antica del mondo, integratasi nel 1975 con la Chiesa metodista italiana. L’occasione è data dal pellegrinaggio per l’ostensione della Sindone e la commemorazione dei 200 anni dalla nascita di san Giovanni Bosco. «Sarà un incontro all’insegna della sobrietà e della fraternità ecumenica che negli ultimi due anni abbiamo visto crescere e rafforzarsi», annuncia il moderatore della Tavola valdese, pastore Eugenio Bernardini. «Sobrietà e fraternità – del resto – sono tipiche della tradizione valdese ma anche dello stile di questo papa che, in ripetute occasioni, ha saputo creare un clima di reciproca attenzione, aprendo così una nuova stagione ecumenica».
Gli ha fatto eco l'arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia, presentando questa mattina presso la Sala stampa vaticana, la visita papale al capoluogo piemontese: «La visita ai valdesi è molto importante e si iscrive nello stile aperto ed ecumenico di papa Francesco».
Papa Francesco conosce i valdesi dai tempi del suo ministero episcopale: in Argentina e in Uruguay, infatti, è presente una “Iglesia Valdense del Rio de la Plata” nata dalle migrazioni di fine Ottocento di centinaia di coloni originari delle Valli valdesi del Piemonte. Eletto papa, Francesco ha poi ripetutamente espresso parole di amicizia e apprezzamento per la Chiesa valdese, e brevemente incontrato il moderatore Bernardini nel settembre 2013. «Un incontro breve e non formale che, insieme a parole e gesti molto apprezzati, ci hanno indotto a invitare il papa nel primo tempio che i valdesi poterono costruire al di fuori del ghetto delle ‘Valli valdesi’, cinque anni dopo l’emancipazione concessa loro da re Carlo Alberto nel 1848. Un tempio che si lascia alle spalle l’epoca delle persecuzioni e che simboleggia un cammino di libertà e di testimonianza evangelica che continua ancora oggi. Nessun papa ha mai varcato la soglia di un tempio o di una chiesa valdese – conclude Bernardini – ma c’è sempre una prima volta. E lo Spirito deciderà quali strade si apriranno nel cammino ecumenico che intendiamo percorrere».
(fonte chiesavaldese.org)