Cronache dalla chiesa prossima ventura
16 marzo 2015
Gruppo di pastori e laici insieme per rinnovare e stimolare le comunità di credenti
Scritto così, il titolo potrebbe far pensare a un pezzo di fantascienza dozzinale. In realtà la “Prossima Chiesa” non è lontana e per incontrarla devo aspettare solo fino a lunedì prossimo.
“Next Church” è una rete di leader (termine molto ampio, indica sia i pastori, sia le persone con un ministero riconosciuto, sia coloro che si prendono cura, ad esempio, di un piccolo gruppo domestico che si incontra per lo studio biblico) che ritiene che la chiesa per avere un futuro debba essere necessariamente diversa da come la conoscevamo fino a ieri e continuiamo a conoscerla oggi. Questo gruppo ritiene fondamentali alcuni aspetti; innanzi tutto la chiesa deve essere sempre più spazio relazionale, anche perché nel mondo di oggi rischia di essere uno dei pochi ancora accessibili e aperti a tutti, indipendentemente dall’etnia, dal genere e dal censo. E poi vuole essere un luogo in cui riflettere teologicamente: talvolta si possono immaginare movimenti come questo spinti unicamente dall’entusiasmo e pronti a dimenticare la riflessione in favore dell’emozione; per la “Next Church” è un rischio che si vuole apertamente evitare. Ed infine la collocazione: la “Prossima chiesa” non vuole fondare qualcosa di nuovo, ma si riconosce pienamente parte della Chiesa Presbiteriana degli Stati Uniti, per la quale vuole semmai fungere da lievito per aiutarla ad essere pronte alle sfide che la nuova società continuamente presenta, per fornire con la propria riflessione nuovi modi per seguire il Signore Gesù e per annunciare il suo Evangelo.
Naturalmente per poter portare a termine l’incarico che ritiene alla base della propria esistenza “Next Church” fa uso di tutti gli strumenti a disposizione, in particolare quelli offerti dalle nuove tecnologie; il sito del gruppo non è una vetrina da osservare, ma un laboratorio aperto a tutti i navigatori in cui si offrono e si chiedono idee, preghiere, incontri. Il sito e i social network ad esso collegati vogliono essere lo stimolo a partecipare alla costruzione di una nuova visione di chiesa, indipendentemente dal proprio luogo di residenza e dalle proprie esperienze di vita di fede. Non manca neanche la possibilità di fare offerte per questo gruppo e per la sua missione; siamo negli Stati Uniti, non c’è il pudore a chiedere che talvolta caratterizza il nostro modo di proporci.
Trovarsi molto bene nel mondo virtuale di internet talvolta è anche una tentazione: dopotutto sul web io offro ciò che voglio di me, posso mettermi in gioco, ma posso anche evitarlo; dunque anche “Next Church” non vuole vivere unicamente come spazio virtuale, ma ricerca occasioni di incontro reali. Il prossimo incontro sarà proprio qui a Chicago dove mi trovo e avrà inizio nei prossimi giorni; avrò la possibilità di partecipare a laboratori e momenti di culto, ma soprattutto di incontrare realmente le persone che parteciperanno, di condividere con loro le frustrazioni e soprattutto le speranze che si incontrano nella chiesa di oggi e che si immaginano per la chiesa di domani.