Vivere in pace
25 febbraio 2015
Un giorno una parola - I Tessalonicesi 4, 11
Guai a chi accumula ciò che non è suo! Fino a quando?
(Abacuc 2, 6)
Paolo scrive: «Cercate di vivere in pace, di curare i vostri beni e di lavorare con le vostre mani»
(I Tessalonicesi 4, 11)
Sembra quasi una ricetta per la decrescita felice. Eppure questa parola riguarda l’amore fraterno. Scrivendo ‘ forse solo una ventina di anni dopo la morte di Cristo a dei cristiani di origine pagana, l’apostolo Paolo si complimenta con il loro amore fraterno che raggiunge l’“intera Macedonia”. Questi giovani credenti hanno, infatti, “imparato da Dio ad amarsi gli uni gli altri” ma, dice Paolo, possono, fare ancora meglio ovvero “abbondare in questo sempre di più” (vv. 9-10). In che modo? Innanzitutto cercando di vivere in pace. Cosa non semplice già di per sè e forse ancora più complicata se la comunità cristiana si trova in un ambiente caratterizzato dal culto degli idoli. L’esortazione a vivere in pace non solo viene ripetuta al versetto 5, 13 ma è una costante dell’insegnamento dell’apostolo: “Se è possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti gli uomini” (Romani 12, 18).
Per aiutarci a farcela, Paolo ci dà due consigli: più che “curando i vostri beni”, diremmo “facendo i fatti vostri”, evitando cioè di impicciarci nelle cose che non ci riguardano ma badando innanzitutto ognuno ed ognuna al proprio agire. In secondo luogo, consiglia a tutti e a tutte di “lavorare con le vostre mani” ovvero a provvedere al proprio sostentamento, evitando sia di diventare un peso per la comunità sia di dover chiedere qualcosa a “quelli di fuori”. Una ricetta per la vita cristiana come “cammino dignitoso” all’insegna dell’autosufficienza non solo economica.