Sfogliando i giornali del 20 febbraio
20 febbraio 2015
Il futuro dell'operazione Triton, il consiglio di transizione in Yemen, l'accordo tra governo e ribelli in Mali, la nuova condanna di Aleksej Navalnij in Russia, il divieto delle gravidanze surrogate in Thailandia
01 – Italia/Mediterraneo, l’operazione Triton sarà estesa
La Commissione europea ha annunciato che aumenterà il sostegno all’Italia nel tentativo di gestire i flussi migratori dal Mediterraneo, prolungando l’operazione Triton almeno fino alla fine del 2015 e mettendo a disposizione nuovi fondi di emergenza, prelevati dal fondo Asilo, migrazione e integrazione, per un totale di 13,7 milioni di euro in più rispetto a quelli già stanziati. Tuttavia, il mandato di Triton non verrà modificato almeno fino alla prossima riunione della Commissione europea, prevista per il 4 marzo, e quella dei ministri degli interni del 12 marzo, e il ministro degli esteri italiano, Paolo Gentiloni, ha dichiarato di auspicare che «siano definite ulteriori azioni per far fronte all’urgenza della sfida».
02 – Yemen, formato un consiglio di transizione
I partiti politici dello Yemen hanno trovato questa mattina un accordo sulla creazione di un consiglio di transizione, che prenderà il posto dell’attuale camera alta del Parlamento e affiancherà l’attuale camera bassa, che rimarrà in carica. Parteciperanno al consiglio di transizione anche rappresentanti del sud del paese e i partiti dell’opposizione, mentre per ora manca un’intesa sulla condivisione della nomina di un presidente e di un primo ministro di transizione. Il mediatore delle Nazioni Unite, Jamal Benomar, sostiene che l’accordo «rappresenta un passo in avanti», anche se non rappresenta una decisione definitiva e non ricompone la frattura creata nel paese dalla presa del potere da parte dei ribelli Houthi.
03 – Mali, accordo per la cessazione delle ostilità tra governo e ribelli
Il governo del Mali ha firmato un accordo di cessate il fuoco con i ribelli, guidati dal Movimento nazionale di liberazione dell’Azawad, nel tentativo di fermare il conflitto nel nord del paese, cominciato all’inizio del 2012 e arrivato ormai alla sua terza fase. I ribelli rivendicano dall’inizio del conflitto l’autonomia nel nord del Mali, una regione che chiamano Azawad. Le due fazioni hanno concordato di «mettere immediatamente fine alle ostilità». L’accordo è stato firmato ad Algeri, dove il 16 febbraio erano cominciati i colloqui di pace promossi dalle Nazioni Unite. Le parti in conflitto hanno rilasciato una dichiarazione congiunta in cui si dichiara che in seguito all’accordo sarà possibile «risolvere le cause delle persistenti tensioni nella regione». Il governo si è detto disposto a concedere alcuni poteri locali.
04 – Russia, nuovamente arrestato Aleksej Navalnij
L’attivista e oppositore russo, Aleksej Navalnij, uno tra i principali avversari politici del presidente Vladimir Putin, è stato nuovamente condannato a due settimane di prigione per aver distribuito volantini che invitavano a partecipare alla «grande marcia di primavera» contro il Cremlino del prossimo 1 marzo, violando le restrizioni sull’organizzazione di manifestazioni. Navalnij aveva promesso di portare in piazza 100.000 persone contro la politica economica di Putin, accusato di aver peggiorato le condizioni di vita dei russi. Tre giorni fa un tribunale di Mosca aveva sospeso la condanna a tre anni e mezzo agli arresti domiciliari inflitta a Navalnij a fine dicembre, ritenendola giustificata da fini politici e quindi non applicabile.
05 – Thailandia, vietate le gravidanze surrogate per gli stranieri
Il governo della Thailandia ha approvato una legge che vieta agli stranieri di pagare le donne thailandesi per portare avanti una gravidanza surrogata. La questione, nota da anni, è tornata al centro dell’attenzione con il caso di un bambino nato con la sindrome di Down e abbandonato da una coppia australiana alla coppia thailandese che l’aveva partorito. La nuova legge vieta anche l’uso di intermediari e qualunque tipo di promozione a favore della gravidanza surrogata, e ora per chi ingaggia una donna è prevista una pena fino a dieci anni di carcere. Già nel 1997 il Consiglio medico tailandese aveva vietato la maternità surrogata a scopo commerciale, ma senza riuscire ad arginare il fenomeno.